«E’ inaccettabile l’indifferenza delle autorità, che di fatto agevola non solo la caccia, ma “questa”caccia, con regole palesemente inadeguate, e, sempre e comunque, favorisce i cacciatori, indipendentemente dalla strage di animali, dagli effetti del maltempo in molti territori, e dall’appuntamento con morti e feriti». Commenta così l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente e del Movimento Animalista, l’uccisione di un 57enne, Giovanni Squarcella, nelle campagne di Apricena, nel Foggiano. Secondo quanto riportano le agenzie di stampa l’uomo che ha sparato, di 59 anni, sarebbe indagato a piede libero per omicidio colposo.
«A pochi giorni dalla fine della stagione di caccia, rilancio la mia proposta di prevedere il reato di omicidio venatorio, con la stessa pena base di quello stradale: da due e sette anni di reclusione. Tenere in mano un’arma letale dovrebbe comportare maggiore responsabilità rispetto ad altri casi di omicidio colposo. Invece troppi cacciatori si dimostrano totalmente irresponsabili. Bisogna introdurre il silenzio venatorio il sabato e la domenica, per tutelare chi nei boschi e nelle campagna va per godersi la natura e non per distruggerla, raddoppiare, con controlli rigorosi, le distanze di sicurezza da potenziali bersagli come case, strade, ferrovie, mezzi agricoli o animali domestici, rendere più difficile ottenere il porto d’armi, vietare la caccia “in braccata”. Mentre le procedure per le richieste motivate da esigenze di difesa personale sono molto rigide, una licenza per uso sportivo si ottiene più facilmente. Vale cinque anni e il certificato medico di idoneità è necessario solo al momento del rinnovo. Troppo poco, soprattutto se consideriamo che la maggior parte dei cacciatori ha un’età compresa tra 65 e 78 anni”.