Sventolava anche sul tetto del Vastese, a Schiavi di Abruzzo, questa mattina, la bandiera degli ambientalisti “No Ombrina”.
In vista della grande manifestazione contro i petrolieri e in difesa dell’Adriatico prevista per sabato prossimo a Lanciano si mobilitano gli ambientalisti di tutto l’Abruzzo. Sedicenti ambientalisti. Anche nell’entroterra.
E proprio la bandiera contro i petrolieri che garriva al vento di Schiavi, a millecentosessantotto metri sul livello del mare, ha fatto nascere spontanea una domanda, provocatoria forse, anzi ovviamente provocatoria visto che siamo giornalisti e il nostro obiettivo è far pensare le coscienze: dove stavano i sedicenti ambientalisti, in massima parte abitanti nelle città della costa, quando i monti dell’Alto Vastese venivano stuprati dall’aggressione eolica? Non volete il petrolio anche se avete il Suv in garage. Bene, allora prendetevi le pale eoliche almeno.
Speculatori e inquinatori sono i petrolieri e speculatori e inquinatori sono i signori del vento. Imprenditori del petrolio o dell’eolico, c’è poca differenza. Con l’aggravante che nel caso dell’eolico i soldi sono pubblici, nostri, dei cittadini. Certificati verdi dell’Europa.
Si obietterà: ma il petrolio inquina, c’è il rischio di disastri ambientali. Certo, ma anche quelle pale eoliche che hanno devastato per sempre i monti dell’Alto Vastese inquinano: migliaia di metri cubi di cemento armato, strade sulle montagne e tra i boschi per raggiungere gli impianti, tonnellate di acciaio o altri materiali ferrosi, fili elettrici, inquinamento acustico ed elettromagnetico, effetto luce ombra, impatto con avifauna e via elencando. E per cosa? Solo per far arricchire i signori del vento.
Uno degli slogan del momento è: “No petrolio in mare, sì alle energie rinnovabili”. Certo, ma sulle montagne degli altri.
Tempo fa le pagine dei quotidiani locali sono state riempite dalle dichiarazioni sdegnate dei sindaci “marini” contro il progetto di eolico in mare. L’eolico è energia pulita, rinnovabile. Dunque perché i sindaci di Vasto, San Salvo, Termoli e gli altri colleghi della costa adriatica, insieme agli ambientalisti ad oltranza, dissero «no» all’eolico offshore? Mistero.
Nel marzo del 2007, non un secolo fa, all’unanimità il Consiglio comunale di Vasto espresse un perentorio «no» all’installazione dell’impianto eolico offshore al largo della costa molisana. Il progetto era della Effeventi di Milano e prevedeva la realizzazione di un impianto al largo, con la posa in mare di una cinquantina di turbine per la produzione di energia eolica. Dalla costa non si sarebbero nemmeno viste. Il Consiglio di Vasto disse «no» all’eolico in mare e nel 2007, se la memoria non inganna, era sindaco tale Luciano Lapenna, proprio come oggi. Domanda: l’eolico, in mare o sulla terra ferma, non è energia pulita? Non si tratta di energia rinnovabile? Riassumendo: i sindaci costieri e i sedicenti ambientalisti sono contro il petrolio in Adriatico oggi e a favore delle rinnovabili, però nel 2007 dissero «no», annunciando battaglia in tutte le sedi, all’eolico offshore. Una posizione un tantino incoerente. O forse i sindaci della costa e gli ambientalisti a corrente alternata sono favorevoli alle rinnovabili solo quando le wind-farm sorgono lontano dal proprio orticello, ad esempio sui monti dell’Alto Vastese? A Schiavi, a Castiglione Messer Marino, a Fraine, a Montazzoli, a Roccaspinalveti e via dicendo? Dove ci sono pochi residenti, tutti vecchi, che non protestano e soprattutto hanno pochi voti da esprimere.
Sarà colpa dell’effetto Nimby? L’acronimo inglese sta per Not In My Back Yard, tradotto “Non nel mio cortile”.
Perché a Vasto e San Salvo e Lanciano non ci sono pali eolici? Non c’è vento forse? E perché invece i monti dell’Alto Vastese sono stati stuprati per sempre da centinaia di torri eoliche?
Comoda la scelta degli abitanti della costa: fanno gli ambientalisti… ma con le nostre montagne.
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PS: chi firma questo editoriale è contrario ad ogni forma di speculazione sulla pelle degli altri e sull’ambiente, ad Ombrina come all’eolico selvaggio, sui monti o in mare. Tanto per essere chiari.
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