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  • Omicidio o suicidio del Sud? La classe politica finisce nel mirino

    SCHIAVI DI ABRUZZO – Italia a due velocità, con il Sud arretrato e depresso, anche nella fruizione dei servizi essenziali. Questo è un dato di fatto, ma la colpa di ciò è da cercarsi nel Nord colonizzatore o nella inadeguatezza della classe politica meridionale? Dunque omicidio oppure suicidio del Sud?

    Sono state queste le due tesi antitetiche che hanno alimentato il dibattito tra il giornalista e scrittore Pino Aprile e lo studioso Emanuele Felice, nel corso dell’apprezzato evento culturale di ieri pomeriggio organizzato dall’ArcheoClub di Schiavi di Abruzzo e dal Centro studi Alto Vastese e Valle Trigno e moderato da Nicoletta Radatta.

    Secondo la visione e la ricostruzione storica di Aprile è in atto, ormai da secoli, una vera e propria «guerra contro il Sud».

    «I meridionali non gestiscono ruoli chiave in Italia, in nessun campo, dalla politica, all’amministrazione, alla università. – ha spiegato Aprile – Ovunque c’è un uomo che diminuisce la fruizione dei diritti di un altro uomo lì nasce una questione meridionale. In Italia, dall’Unità in poi, si sta creando razzismo».

    emanuele felice

    Una tesi, quella del Sud sfruttato e oppresso dai colonizzatori del Nord, che non ha affatto convinto Emanuele Felice, il quale ha rimarcato: «Il Sud avanzato e poi depredato dai colonizzatori del Nord è un mito dal punto di vista storico. Un mito che non esiste nella storiografia. Smettiamola di raccontare che il Sud sta male perché sin dal passato sfruttato. La motivazione va cercata altrove e precisamente nella assoluta inadeguatezza di una classe politica meridionale che non è stata e non è all’altezza del ruolo ricoperto. Le colpe, quindi, vanno cercate anche nel popolo, in noi meridionali, che abbiamo eletto e continuiamo ad eleggere una classe politica non all’altezza di amministrare la cosa pubblica».

    Un appuntamento culturale di livello, quello di ieri sera, che non ha fornito una risposta al quesito omicidio o suicidio del Sud, ma che ha sicuramente offerto importanti spunti di riflessione critica sulla questione meridionale che ancora oggi noi terroni viviamo.

    E chi ha assistito al dibattito probabilmente ne è uscito rafforzato nella convinzione che non si sia trattato né di omicidio, né di suicidio, ma di una sorta di eutanasia, una morte assistita, con il Sud nella scomoda parte di paziente terminale e i sedicenti politici nel ruolo di “medici carnefici”.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

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