«Assolto con formula piena dai reati ascrittogli perché il fatto non sussiste». Questa la sentenza emessa dal Tribunale di Vasto a favore dell’ex sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini. I fatti risalgono al 2015 quando Venosini in qualità di sindaco del Comune si rifiutava di sottoscrivere le ordinanze di chiusura degli edifici scolastici “Scuole Statale dell’Infanzia” in via Garibaldi e “Scuola Media Elementare” in via Carriera, trasmesse dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico in quanto, secondo lo scrivente, non rispettavano i coefficienti di sicurezza sismica previsti dal Servizio Previsioni e Prevenzione dei Rischi della Regione Abruzzo. Proposte di chiusura degli edifici scolastici mai firmate dall’ex sindaco in quanto le verifiche di vulnerabilità degli stabili effettuate nel 2014 da un tecnico incaricato rilevano come le scuole erano state realizzate secondo i canoni più rigorosi di quelli imposti dalla normativa dell’epoca, si presentavano in buone condizioni, senza lesioni o segni di schiacciamento e quindi non si ravvedeva la necessità di chiusura. Inoltre, a seguito degli accertamenti e relazione del tecnico, che si sarebbero ripetute periodicamente, l’amministrazione a guida Venosini si adopererà per ottenere precisi finanziamenti regionali al fine di realizzare i progetti esecutivi delle relative ristrutturazioni delle due scuole. La sentenza, richiamando il D.M 14 gennaio 2008 (Nuove norme Tecniche per le Costruzioni) e la relativa circolare esplicativa del Ministero delle Infrastrutture n. 617 chiarisce ed evidenzia come “saranno i proprietari o i gestori delle singole opere, siano essi enti pubblici o privati o singoli cittadini, a definire il provvedimento più idoneo, eventualmente individuando uno o più livelli di azioni, commisurati alla vita nominale restante e alla classe d’uso, rispetto ai quali si rende necessario effettuare l’intervento di intervento della sicurezza entro un tempo prestabilito”.
«Nello specifico – ricorda Venosini – all’epoca dei fatti siamo riusciti a trovare la copertura economica per i lavori per € 400mila e progettato ed avviato ulteriori interventi sugli edifici scolastici a valere sulla programmazione regionale 2016 per € 331mila ed inseriti nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche del Comune di Celenza sul Trigno. Infatti, anche il commissario prefettizio Conti, insediatosi nel gennaio 2016, non firmò mai le ordinanze di chiusura in quanto riteneva che non fosse necessario grazie al conseguimento dei finanziamenti regionali per avviare i lavori. La mia azione amministrativa – rimarca l’ex sindaco – è sempre stata animata da una parte in un’ottica di erogazione dei servizi al cittadino delle comunità e dall’altra nel gestire e pianificare gli interventi necessari ed utili a migliorare le opere pubbliche di proprietà del Comune di Celenza sul Trigno. Ero fiducioso e questa sentenza ristabilisce una verità dei fatti e la buona fede delle decisioni assunte quando ero sindaco. Ringrazio – conclude Venosini – tutti i cittadini che mi sono stati vicini e che hanno sostenuto il mio operato e vissuto con me questa vicenda e l’avvocato Alessandra Cappa che con professionalità è riuscita a ristabilire la verità dei fatti e la legalità delle azioni amministrative fatte dal sottoscritto sempre ed esclusivamente per il bene dei celenzani».
Omissione di atti di ufficio, assolto l’ex sindaco Venosini
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