«Acquistare apparecchiature, magari anche le più sofisticate, senza adeguare opportunamente la pianta organica dell’ospedale non ha alcun senso. Al “Caracciolo” serve personale, lo diciamo da sempre, sia medici, che di supporto, quindi tecnici, operatori sociosanitari e infermieri». Bruno Delli Quadri, infermiere e sindacalista Cisl delle professioni sanitarie, torna a incalzare l’Asrem smascherando gli annunci spot e il fumo negli occhi.
Già nei giorni scorsi il sindaco di Capracotta, Candido Paglione, aveva commentato duramente, proprio su queste colonne, l’annunciato acquisto da parte di Asrem appunto, di una nuova Tac, di un mammografo e di altre apparecchiature per il Pronto soccorso. «Senza medici e personale dedicato, le nuove apparecchiature rappresentano la solita politica degli annunci. – ha dichiarato, diretto come sempre, il primo cittadino di Capracotta – Davvero pensando che i cittadini del Molise altissimo abbiano l’anello al naso?». E nel corso dell’ultima recente riunione della Conferenza dei sindaci proprio Paglione ha chiesto la “testa” del direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano. Una richiesta di dimissioni che però non ha trovato il sostegno degli altri sindaci, a cominciare dal “doroteo” Daniele Saia.
Sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco Paglione anche Bruno Delli Quadri che, come chiunque operi nel mondo sanitario, ma semplicemente abbia un minimo di materia grigia a disposizione all’interno della scatola cranica, spiega: comprare una Tac e un mammografo per parcheggiarli nel “Caracciolo” senza personale qualificato in grado di farli funzionare correttamente significa buttare letteralmente denaro pubblico e prendere per i fondelli gli alto molisani. «L’ospedale di Agnone potrebbe essere funzionale ad abbattere le liste di attese degli altri centri sanitari maggiori della regione Molise, – insiste Delli Quadri – soprattutto per quanto riguarda la radiologia, ma solo se fornito di una opportuna dotazione di organico. La delibera di acquisto della Tac, ad esempio, è di qualche giorno fa, – chiude il sindacalista – però ripeto, senza adeguare la pianta organica questi acquisti hanno davvero poco senso. Ad Agnone serve personale».
Già, quel personale che farebbe funzionare mammografi e tomografi di ultima generazione, ma che permetterebbero anche di assicurare la corretta fruizione dei servizi ancora in piedi al “Caracciolo”. Uno di questi servizi a rischio a causa della carenza di personale, ad esempio, è il Pronto soccorso. La postazione 118 di Agnone, la famosa emergenza urgenza che salva la vita delle persone, è medicalizzata, almeno al momento, ma per far andare avanti il servizio servono almeno tre nuovi medici. Al momento, infatti, i servizi vengono coperti con delle operazioni tampone: medici di altre postazioni inviati al “Caracciolo” per assicurare almeno l’emergenza urgenza in Alto Molise. A confermarlo è proprio uno dei medici del 118: «Sulla carta, per ogni postazione, ci sono sei medici assegnati, – spiega il medico Carmosino – ma in questo momento ad Agnone siamo solo quattro, ma io stesso, ad esempio, sono in dotazione alla postazione di Cerro al Volturno, trasferito qui al “Caracciolo” perché Cerro è stata demedicalizzata. Fino a quattro è il limite consentito per riuscire a gestire il servizio 118, ma ci sono postazioni con tre medici, il ché significa che ci possono essere turni scoperti, non medicalizzati».
C’è carenza di organico, questo è sicuro ed è quanto ribadisce lo stesso medico che da Cerro è stato “sbattuto” in Alto Molise per garantire, almeno per il momento, la medicalizzazione del 118. «Un nostro intervento in un qualsiasi Comune dell’Alto Molise, – spiega il medico del 118 – dura mediamente tre ore dall’uscita al rientro, perché dobbiamo arrivare dal paziente, prenderlo in carico e portarlo o a Isernia oppure a Campobasso perché purtroppo qui al “Caracciolo” c’è solo un punto di primo intervento che non garantisce poi il ricovero del paziente: non c’è ancora una Tac per la diagnostica e non ci sono reparti per il ricovero». In quelle tre ore di intervento, tra andata e ritorno a Isernia o Campobasso, il territorio dell’Alto Molise, area disagiata, resta completamente scoperto dal punto di vista dell’emergenza urgenza. Questo denuncia a chiare lettere il medico del 118. L’Asrem intanto compra costosi macchinari, chi li farà funzionare poi si vedrà.
Francesco Bottone