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  • Ospedale senza medici, Paglione trova la quadra: «Il “Caracciolo” nella rete formativa universitaria»

    «Non è assolutamente vero che non ci sono medici che vogliano lavorare presso l’ospedale di Agnone. Personalmente ne ho contattati una cinquantina e ne ho trovati diversi pronti a venire». Il giovane medico Gianluca Paglione smentisce seccamente le dichiarazioni della direttrice Matarante. Date le condizioni attuali, certo, nessun medico verrebbe ad Agnone, ma basterebbe apportare qualche lieve modifica per rendere appetibile il nosocomio.

    Prima da destra la direttrice amministrativa dell’Asrem, Grazia Matarante

    Questa la tesi sostenuta dal dottore Paglione che proprio in ospedale, lì ad Agnone, si è reso disponibile per coprire e garantire il servizio di continuità assistenziale. Secondo Paglione, che è giovane, ma figlio d’arte e non certo sprovveduto, basterebbe inserire l’ospedale “Caracciolo” di Agnone nella rete formativa che l’Asrem ha messo su con diverse Università e specialistiche. Sono undici, al momento, le scuole di specializzazione accreditate presso l’Asrem e dunque Agnone e il “Caracciolo” potrebbero rientrare in quella rete.

    In tal modo, secondo Paglione che evidentemente parla con cognizione di causa, l’ospedale di area disagiata di Agnone avrebbe la possibilità di ospitare almeno due o tre specializzandi. Professionisti giovani, ma che sarebbero intuibilmente utili a non far chiudere l’ospedale e soprattutto a rendere concreta la possibilità di cure mediche anche a chi vive in Alto Molise.

    Il dottore Paglione consegna al sindaco Saia la proposta concreta per salvare il “Caracciolo”

    La proposta di Paglione, messa nero su bianco, è stata consegnata al sindaco Daniele Saia e inviata a tutti i consiglieri regionali del Molise. Un qualcosa di concreto sul quale lavorare. Se solo ci fosse la volontà politica di procedere in tale senso la cosa sarebbe fattibile da domattina. Basterebbe una firma congiunta tra una Università e l’Asrem e magicamente il “Caracciolo” diventerebbe attrattivo per i giovani medici specializzandi perché appunto inserito in una rete formativa di tipo accademico.

    Francesco Bottone

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