La sensazione, questa volta, è che non si tratti dell’ennesimo annuncio destinato a perdersi nel tempo. L’inizio del 2026 potrebbe davvero segnare la riapertura della piscina comunale di località Tiro a Segno, chiusa dal 2022 e rimasta per oltre tre anni uno dei simboli più evidenti delle difficoltà strutturali dell’Alto Molise. Un’attesa lunga, a tratti snervante, che ha privato il territorio non solo di un servizio sportivo, ma di un presidio sociale ed educativo fondamentale.
Nel frattempo, l’impianto è stato oggetto di una serie di interventi sostanziali: spogliatoi ampliati e resi più funzionali, un nuovo sistema fotovoltaico in grado di abbattere drasticamente i costi energetici – proprio quelli che avevano inciso pesantemente sulla chiusura – la risoluzione di una perdita importante della vasca e la riqualificazione delle aree esterne.

Restano da completare solo gli ultimi dettagli, ma dalla casa comunale filtra un cauto ottimismo: i tecnici parlano di tempi ormai maturi per il taglio del nastro. Parallelamente, si muove anche il fronte gestionale. Sarebbero almeno due le società interessate a prendere in carico l’impianto, che con ogni probabilità verrà affidato tramite bando pubblico. Un passaggio decisivo per garantire sostenibilità, qualità dei servizi e una programmazione stabile nel tempo. Non si parte però da zero. Al momento della chiusura, la piscina comunale di Agnone registrava oltre duecento utenti attivi, con corsi e attività che attiravano persone anche dai comuni limitrofi e dal vicino Abruzzo.
In questi tre anni, quell’utenza è stata costretta a spostarsi verso Frosolone, Isernia o Vasto, con disagi evidenti soprattutto per le famiglie. Una diaspora silenziosa che testimonia quanto forte fosse – e sia rimasto – il legame tra la struttura e il territorio. La riapertura assumerebbe un valore ancora più strategico se inserita in una visione più ampia. La piscina non sarebbe soltanto uno spazio per il nuoto libero o agonistico, ma un punto di riferimento per i giovani, per le attività riabilitative, per l’inclusione e per la scuola.
L’offerta potrebbe infatti rivolgersi in maniera strutturata alle scolaresche dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese, diventando uno strumento educativo prezioso in un’area dove le opportunità formative e sportive sono sempre più rare. Portare classi intere in piscina significa promuovere salute, socialità, sicurezza in acqua e contrastare, nel concreto, lo spopolamento e l’isolamento. Non è un caso che sul tema si siano spesi anche rappresentanti del Governo.

A promettere la riapertura fu persino il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, intervenuto insieme al collega Giancarlo Giorgetti all’inaugurazione del nuovo palasport. Un impegno che oggi torna d’attualità, mentre l’impianto natatorio si appresta a integrarsi con un’offerta sportiva che, fino a poco tempo fa, sembrava impensabile per questo comprensorio di confine. In controluce, la piscina comunale diventa anche una partita politica tutt’altro che marginale. La sua riapertura rappresenterebbe una risposta concreta a una domanda diffusa e potrebbe trasformarsi in una carta importante da giocare per il sindaco di Agnone, Daniele Saia, alla vigilia delle prossime elezioni comunali attese in primavera. In territori fragili come questo, i risultati tangibili pesano più delle parole e la restituzione di un servizio così sentito avrebbe un valore che va ben oltre lo sport.
Urgenza e necessità, dunque, viaggiano insieme. Perché riaprire la piscina non significa soltanto restituire una vasca d’acqua alla comunità, ma ridare centralità a un’area che da troppo tempo lotta contro la mancanza di occasioni, spazi e prospettive. Se il 2026 sarà davvero l’anno giusto, Agnone potrà finalmente voltare pagina anche da qui, da un impianto che, più di altri, racconta il bisogno di futuro dell’Alto Molise.