PROFUGHI, Palomba: «Ospitiamo donne e bambini, farebbero rivivere i paesi montani».
L’ex consigliere regionale critica l’attuale gestione dei centri di accoglienza nell’Alto Vastese e lancia una proposta concreta contro lo spopolamento.
La questione profughi tiene banco, non solo a livello nazionale, ma anche locale. L’Alto Vastese è diventato, da mesi ormai, un grande serbatoio vuoto, o quasi, da riempire con profughi.
Di immobili disabitati ce ne sono in abbondanza e dunque gli imprenditori della solidarietà a pagamento, a spese dei contribuenti, hanno gioco facile. Basta trovare uno stabile più o meno idoneo, un sindaco compiacente, una popolazione locale non troppo ostile ed il business può cominciare, con il placet della Prefettura e a spese dell’Europa, cioè dei cittadini contribuenti. L’impatto sociale di una massa di profughi concentrata nei piccoli centri montani, da sempre isolati e abitati in prevalenza da anziani, non riguarda né gli imprenditori “umanitari” né la Prefettura. E’ evidente visto ciò che succede in giro.
E contro questa «invasione» dell’entroterra montano ad opera di profughi, tutti maschi intorno alla trentina che spesso danno problemi, si scaglia l’ex consigliere regionale Paolo Palomba.
«Considerato che i nostri piccoli paesi dell’Alto Vastese sono invasi dai profughi, a questo punto ospitiamo almeno donne e bambini. In questo modo si potrebbero riaprire le scuole ad esempio, si creerebbe occupazione per le insegnanti, per le cuoche, le assistenti sociali, il personale medico e paramedico. Si innescherebbe una piccola economia locale. I centri montani, ormai spopolati, potrebbero così rinascere. E la presenza dei profughi sarebbe un’opportunità per tutti, non solo per qualche imprenditore. Tra l’altro anche per i migranti sarebbe più facile integrarsi, perché un bambino che cresce insieme ai bambini italiani ha intuibilmente più possibilità di integrarsi rispetto ad un trentenne o un quarantenne».
Una proposta interessante, quella di Palomba, che prende spunto forse da quello che sta per accadere nel vicino Molise, dove sono in arrivo più di quattrocento minori stranieri non accompagnati.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com