Se si tratti di misoginia conclamata da parte dei sindaci altomolisani o di scarso interesse da parte delle donne per la politica locale e l’amministrazione della cosa pubblica non è stato ancora accertato. Analisi da sociologi forse o antropologi, mentre da giornalisti più umilmente riscontriamo e registriamo che sono diverse le giunte comunali dell’Alto Molise che non assicurano una paritetica rappresentanza di genere in seno all’esecutivo e che quindi violano la legge e le disposizioni in materia, esattamente come fa Errico Borrelli a Belmonte del Sannio.
Vediamo più nel dettaglio cosa accade in Alto Molise, dove spesso è difficile trovare i candidati per fare una lista, figuriamoci delle donne interessate a “perdere tempo” dentro il Municipio. A Vastogirardi, il sindaco Luigi Rosato, a dispetto del nome, non ha rispettato le cosiddette quote rosa ed ha infatti elevato al rango di vicesindaco Remo Scocchera e a quello di assessore Domenicantonio Di Benedetto. Giunta “maschia” dunque per Vastogirardi, ma il Comune amministrato da Rosato è in buona compagnia per quanto riguarda il mancato rispetto delle quote rosa.
A Pietrabbondante, ad esempio, il geometra Antonio Di Pasquo viene supportato nell’azione amministrativa dal vice Franco Ciarlone e dall’assessore Claudino Casciano, altri due maschi altomolisani dunque. Stesso discorso per Castel del Giudice, dove lo storico sindaco Lino Gentile ha nominato Claudio Cenci vice sindaco e assessore Remo Gentile.
Più attento alla rappresentanza di genere paritaria primo cittadino di Carovilli: Antonio Conti ha scelto come suo vice Simone Nuosci, mentre nel ruolo di assessore al Bilancio c’è Jenny Iacovone, una donna dunque, tra l’altro del settore, perché laureata in Economia e Commercio.
Comune decisamente virtuoso, con una sindaco e una vicesindaco donna, quello di Pescopennataro: Carmen Carfagna, che cinge la fascia tricolore, ha nominato suo braccio destro Lucrezia Marchetti, mentre l’ex primo cittadino, Pompilio Sciulli, è l’altro assessore, silurato dopo poco e sostituito con Simone Terreri. Un altro Comune dove invece le quote rosa in Giunta sono state ignorate è quello di Capracotta, lì però non c’è un gruppo di opposizione in Consiglio e dunque nessuno solleverà mai la questione. Dopo le ultime elezioni comunali, infatti, che hanno visto rieletto il sindaco Candido Paglione, lo stesso ha nominato un esecutivo composto da soli “maschietti”: Pasquale Di Nucci vicesindaco e Pierino Di Tella assessore.
A San Pietro Avellana il problema non si pone affatto, perché ha una sindaca, Simona De Caprio, e la sua presenza basta e avanza a rappresentare il genere femminile nell’esecutivo. La stessa ha poi nominato in giunta il vicesindaco Peppino Carlini e l’assessore Antonio Colaianni. Stesso discorso per Sant’Angelo del Pesco, dove una donna cinge la fascia tricolore: Nunziatina Nucci è la sindaca, coadiuvata dagli assessori Pasquale D’Abruzzo e Vincenzo Lombardozzi. E le quote rosa vengono rispettate a Castelverrino, il più piccolo tra i Comuni dell’Alto Molise. Il giovane sindaco Christian Pannunzio, infatti, si avvale della collaborazione di Gino Meccia, ma anche dell’assessore Pasqualina Ricci.
A Poggio Sannita la quota rosa è rispettata: l’assessore Lucietta Amicone ne è la dimostrazione pratica, affiancando nell’azione amministrativa il sindaco Giuseppe Orlando e l’assessore Tonino Amicone. Anche se forse in pochi lo sanno, dell’Alto Molise fa parte anche il Comune di Roccasicura, guidato dal sindaco Fabio Milano e da altri due assessori maschietti, Mario Capretta e Alessio Lombardi. Niente parità di genere dunque. Neanche a Pescolanciano, la “porta” dell’Alto Molise, le quote rosa sono riuscite ad entrare in giunta, perché il sindaco Manolo Sacco è coadiuvato nella sua azione amministrativa da Alberto Padula e da Antonio Padula. Lo stesso sindaco Sacco, tuttavia, pare abbia regolarmente svolto l’istruttoria tesa ad individuare eventuali donne da inserire nell’esecutivo, ma con esito negativo.
Decisamente meglio a Chiauci, dove l’assessore Genny Sciarra assicura la rappresentanza della parità di genere nell’esecutivo composto dal sindaco Antonio Sferra e dal vicesindaco Marco Di Pilla. Stesso discorso per il Comune di Forlì del Sannio dove il sindaco Sergio Lerza è aiutato ad amministrare dal vicesindaco Antonio Calabrese e dalla assessore Loredana Amicone. Anche Rionero Sannitico si è adeguato al rispetto delle quote rosa: sindaco Palmerino D’Amico, vicesindaca Elvira Di Geronimo e assessore Gianni Ferrante.
Ad Agnone, ovviamente, le pari opportunità sono assicurate, con il sindaco Daniele Saia che si avvale, oltre ai maschietti in giunta, anche della collaborazione delle assessore Enrica Sciullo e Amalia Gennarelli. Riassumendo, su sedici Comuni considerati sul territorio dell’Alto Molise, in nove di essi la parità di genere negli organi esecutivi è assicurata, mentre negli altri sette i sindaci continuano a far finta che le quote rosa siano solo una possibilità o un vezzo e non invece, come ribadito anche dal Tar Molise, un obbligo di legge.
Francesco Bottone