Ortona 11 novembre. Il giorno del ricordo per i caduti della 1 e 2 Guerra Mondiale dei paesi del Commonwealth è stato reso ancora più speciale quest’anno perché ricorre il 75° anno delle relazioni diplomatiche Italia Canada.La giornata di commemorazioni si è aperta questa mattina alle 08.30 in piazza degli Eroi canadesi ad Ortona dove sono state deposte le corone al monumento canadese da parte dell’ambasciatore di Roma, Golberg, dell’amministrazione comunale di Ortona e dal Generale Stephen Kelsey, vice comandante del Joint Force Command della NATO di Lago Patria.
La mattinata è continuata al cimitero canadese Moro River sulla collina di S. Donato con la cerimonia organizzata dall’Italy Canadian College di Lanciano alla quale si è unita la partecipazione del Prefetto di Chieti, Armando Forgione, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, autorità militari regionali delle varie Forze Armate e una nutrita schiera di studenti provenienti da Ortona, Lanciano, Pescara e dall’istituto Saffo di Roseto degli Abruzzi.
Una cerimonia solenne caratterizzata da tanta commozione e coinvolgimento. Sull’evento l’ambasciatore Golberg ha dichiarato – “Mentre ci riuniamo in questa Giornata della Memoria, vorrei ringraziare il popolo di Ortona per aver continuato a onorare la memoria di tutti i Canadesi che hanno combattuto per liberare l’Italia e di tutti coloro che sono morti o sono rimasti feriti, nel corpo o nella mente. In qualità di ambasciatrice del Canada in Italia, desidero che sappiate che il vostro impegno in tal senso significa molto e riflette pienamente la nostra duratura amicizia, di cui abbiamo costruito le fondamenta nel dicembre 1943“.
E poi ha continuato: “Il Canada e Italia celebrano quest’anno 75 anni di relazioni diplomatiche; in quest’occasione sono orgogliosa di ribadire i legami del mio Paese con la città e con i cittadini di Ortona. Quest’anno commemoriamo la battaglia di Ortona in un momento di grave instabilità geopolitica, in cui ancora una volta sono tornate in Europa la guerra, la morte e lo sfollamento. È un duro promemoria del fatto che dobbiamo rimanere vigili, non solo per ricordare le guerre passate, ma anche e soprattutto per resistere all’aggressione e alla repressione e per agire in favore della giustizia, dei diritti umani e della pace. So che i nostri due paesi sono determinati a farlo insieme”.
Nel pomeriggio è stato riaperto al pubblico il Museo della Battaglia, conosciuto come MUBA, in via Garibaldi.