Meno passerelle, meno propaganda e più fatti, più concretezza per la tutela della salute pubblica in Alto Molise. E’ quanto auspica il consigliere regionale Andrea Greco dopo la visita ad Agnone, nei giorni, del presidente della Regione Molise, Donato Toma.
«Ho letto che il governatore è stato ad Agnone per “riaprire” il reparto dialisi dell’ospedale cittadino. – spiega il consigliere regionale Greco – Forse Toma non lo sa, ma il servizio dialisi non è stato mai interrotto, ha sempre funzionato. Spacciare per riapertura un semplice spostamento di sede mi pare offensivo per l’intelligenza dei molisani. Il presidente Toma ha fatto affermazioni che sono destituite di qualsiasi fondamento, come ad esempio la “riapertura” del Pronto soccorso del “Caracciolo”. La realtà dei fatti è che hanno semplicemente spostato due persone dalla Chirurgia, al piano terra, ma non si può dire che dopo questo cambio di piano all’interno della struttura ospedaliera è stato riaperto il Pronto soccorso, perché è una presa in giro per tutti i cittadini dell’Alto Molise e l’Alto Vastese. Per poter parlare di riapertura del Pronto soccorso ci sarebbe bisogno di un anestesista a disposizione, di un cardiologo magari e di altre figure professionali e di apparecchiature, non basta spostare di reparto due dipendenti. Invece di fare propaganda, per cui tutto quello che è stato fatto è merito suo, mentre tutto ciò che è rimasto lettera morta è per colpa dell’assenza di un commissario alla sanità, il presidente Toma faccia e faccia fare a chi di dovere ciò che non è ancora stato fatto nonostante le ripetute richieste dell’Asrem. Ci sono, ad esempio, al “Caracciolo”, i macchinari per la colonscopia e la gastroscopia che sono fuori servizio da mesi e quindi neanche gli ambulatori funzionano a dovere. Risulta agli atti che l’Asrem ha richiesto alla Regione Molise, attraverso la centrale di committenza, l’acquisto di nuove apparecchiature ecografiche, ma anche di cinque ambulanze, la digitalizzazione del sistema Rx, materiale per odontoiatria, richieste formulate e protocollate già nel 2017. La centrale di committenza non ha fatto nulla e Toma non è intervenuto per sbloccare le procedure. Quindi le colpe di questi ritardi e disservizi non sono additabili alla mancanza di un commissario alla sanità come va sostenendo in tutte le sedi il presidente Toma. Si sarebbero potute fare e si posso ancora fare alcune cose, ma non sono state fatte, proprio da Toma e da chi lo ha preceduto. Comunque, Toma stia sereno, la nomina della struttura commissariale avverrà a brevissimo giro. Mai più coincidenza tra controllore e controllato, perché il bene primo e unico da tutelare è la salute dei molisani, depredati fino ad oggi di alcuni servizi e diritti. Bisogna essere liberi da condizionamenti e conflitti di interessi, per questo il governatore non può essere commissario alla sanità».