«La Provincia lo ha chiuso, solo la Provincia potrà riaprirlo». Potrebbe essere questa la sintesi di quanto messo nero su bianco dall’ingegner Massimiliano Campanella, nella sua qualità di responsabile Area Gestione Rete Molise dell’Anas, in un documento di qualche giorno fa in risposta alla richiesta formale indirizzata nelle scorse settimane da Giorgio Iacapraro, portavoce di un comitato di cittadini dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese che ha raccolto qualcosa come settecento firme.
La petizione, in sostanza, chiedeva e chiede questo: atteso che per almeno due anni e mezzo, se non tre, il grande viadotto che collega l’Abruzzo e il Molise sarà interessato dai famosi lavori di messa in sicurezza, nel frattempo, per scongiurare un ulteriore isolamento territoriale e visto che il ponte non è crollato nonostante le allarmistiche previsioni di qualcuno, si consenta il passaggio ai mezzi a motore, ovviamente a senso unico alternato, «con semaforo e sensori collegati alle pile presunte pericolanti».
Questa la richiesta di Iacapraro, supportata dalle 638 firme di cittadini e imprenditori di zona che stanno subendo pesanti danni, anche economici, a causa della perdurante chiusura al traffico del viadotto. E in occasione della stipula dell’accordo tra Anas e Provincia di Isernia, avvenuta qualche settimana fa, il portavoce del comitato ha ufficializzato la richiesta, inviando la stessa lettera all’Anas e alla Provincia appunto. Missiva che l’Anas ha preso in considerazione, anche solo per cortesia, mentre la Provincia pentra ha letteralmente ignorato. In una nota Anas, a firma dell’ingegner Campanella, avente ad oggetto “Proposta tavolo di confronto per la riapertura del Viadotto Sente/Longo lungo la SP 86 var.” si legge testualmente: «Si riscontra la richiesta di pari oggetto in riferimento, assunta al protocollo ANAS in data 03/12/2020 con n. CDG – 0648036-I, per comunicare quanto segue. L’opera in oggetto ricade lungo la SP 86 var di competenza gestionale della Provincia di Isernia, in indirizzo che, con Ordinanza n. 77 del 13/09/2018, ne ha disposto, sulla base di proprie esclusive valutazioni tecniche, l’interdizione al transito. Alla stessa Provincia di Isernia spetta pertanto in via esclusiva poter disporre un’eventuale revoca delle limitazioni al transito lungo l’infrastruttura in esame con ciò evidenziando un totale difetto di competenza a carico di questa Anas». Firmato da Campanella e controfirmato dall’ingegner Antonio Marasco, responsabile Struttura Territoriale Abruzzo e Molise dell’Anas.
«Totale difetto di competenza a carico di questa Anas», scrivono i due tecnici in risposta a Iacapraro. Quindi, in base all’accordo stipulato a sei mani tra Provincia, Anas e Ministero delle Infrastrutture, la progettazione della messa in sicurezza del viadotto è passata sì ad Anas, che investirà i famosi due milioni di euro, ma siccome la proprietà della struttura è ancora in capo alla Provincia pentra, quest’ultima è la sola che può revocare l’ordinanza che dispose, ormai più di due anni fa, la chiusura al traffico veicolare per un «imminente rischio crollo» certificato dall’ingegner Di Cristinzi di Venafro, tecnico esterno. Insomma, si attende un cenno dalla Provincia, ricordando che il ponte, poche settimane prima della chiusura al traffico, venne giudicato transitabile dopo le verifiche effettuate con il sistema “by bridge”.
«Tutto confermato: i viadotti in Alto Molise non destano preoccupazioni immediate, ma la manutenzione necessità su entrambi, il Verrino e il Sente, altrimenti nei prossimi anni la situazione potrebbe precipitare». Così Mike Matticoli, allora consigliere provinciale di Isernia delegato alla Viabilità, dichiarava alla stampa a fine agosto del 2018 a commento delle verifiche condotte sul viadotto “Verrino” e sul grande ponte sul Sente che collega l’Alto Molise con l’Alto Vastese con il “by bridge“. Il 13 settembre, due settimane dopo, il viadotto venne chiuso per il famoso «imminente rischio crollo».
Francesco Bottone