Terminata anche presso il Tribunale di Isernia la «rottamazione» delle testate giornalistiche «dormienti»; si chiude, dopo Campobasso, il cerchio sul catasto dei giornali registrati in Molise. Dopo le duecento testate chiuse a Campobasso, ben 143 sono state quelle eliminate dal presidente del Tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo, dopo sei mesi di attività d’intesa con l’Ordine dei Giornalisti del Molise, a cura del suo presidente Vincenzo Cimino. Ne restano attive circa quaranta, a testimonianza dell’attento lavoro, partito dalle prime testate fine anni ’40, ai giorni d’oggi.
«Un’iniziativa unica nel suo genere che va a bonificare e a sistemare la volontaria giurisdizione, tenuto conto che molto spesso editori e direttori non si interessano di chiudere con apposita istanza, una testata che non edita più e tutto questo intasa un Palazzo di Giustizia che non ha modo di verificare la sussistenza di un giornale in vita, perché l’obbligo delle copie obbligatorie è cessato. – spiega il presidente Cimino – Non solo, ma modificando la modulistica, è opportuno inserire pec e cellulari di direttori ed editori, in modo tale da mantenere alta la guardia e monitorare di continuo il flusso degli organi di informazione».
Un lavoro scrupoloso che ha toccato sentimentalmente i giornalisti: «Leggere nomi di testate, di editori e di direttori scomparsi o in avanzata pensione – commenta il presidente Vincenzo Cimino – ha innescato anche una curiosità e un riconoscimento per coloro che hanno segnato la storia del giornalismo regionale. Da oggi sarà tutto più semplice e se qualche furbo era in procinto di acquistare e rilevare vecchie testate per ottenere fondi pubblici, ora non può più farlo. In una realtà come Isernia era impensabile continuare a mantenere 200 testate: per questo esistono le autorità di controllo e questa intesa istituzionale andrebbe allargata e riproposta anche negli altri Tribunali. Ora manca solo il tribunale di Larino dove i numeri sono molto più esigui».