«Ieri sera a San Benedetto dei Marsi un individuo ha fatto fuoco ed ucciso Amarena che, accompagnata da i due orsacchiotti che aveva partorito quest’anno, secondo le dichiarazioni dell’uomo, era entrata nella sua proprietà probabilmente attirata dal pollaio».
Inizia così la nota inviata alla redazione dall’associazione “Salviamo l’Orso”.
«E’ una storia che abbiamo già visto, nel 2014 a Pettorano accadde qualcosa di simile e all fine di una lunga trafila giudiziaria il responsabile venne condannato a risarcire il danno che aveva provocato ad una specie rara, simbolo della nostra Regione e di tutto l’Appennino Abruzzese – laziale e molisano. – continua l’associazione – Il fatto ci costringe a ricordare a tutti , in primis ai sindaci e alle Asl abruzzesi le decine di pollai abusivi ed illegali che lor signori tollerano da anni nonostante gli appelli dei parchi nazionali a una bonifica totale e definitiva che non può più essere rimandata».
«Il fatto ci costringe a ricordare a tutti che oggigiorno chiunque subisca un danno da orso viene legittimamente rimborsato da parchi e Regione e se non tutti riescono ad accedere per ostacoli burocratici al rimborso è Salviamo l’Orso che se ne incarica, cosi come interveniamo gratuitamente in aiuto di chi vuol dotarsi di un recinto elettrificato, per cui sparare ad un orso , che non è comunque mai stato giustificato in nessun caso , è oggi completamente senza senso … è solo un atto criminale e come tale va trattato».
«Non ci interessa qui dilungarci su quanto importante sia una femmina come Amarena per una specie che da 60 anni viaggia sull’orlo dell’estinzione, una specie che a chiacchiere, ed in questo nessuno batte la nostra classe politica regionale che proprio in queste ore piange le solite “lacrime di coccodrillo” , tutti si dicono pronti a proteggere e che poi nei fatti non ha mai la precedenza quando si tratta di tagliar boschi, di moto o autorally, di ampliamenti di bacini sciistici, di calendario venatorio o di quant’altro metta irreparabilmente in pericolo il suo status».
«Qui vogliamo solo ricordare a colui che ha ucciso Amarena che non importa quanto ci vorrà ma può star tranquillo che useremo tutti i nostri avvocati e tutto il tempo ed il denaro di cui ci sarà bisogno per far si che rimpianga amaramente ciò che ha fatto. Abbiamo fatto lo stesso con chi uccise senza motivo un orso a Pettorano nel 2014 , lo faremo anche con lui, perché un orso non vale una gallina, perché un orso è specie protetta in Europa, in Italia , in Abruzzo e dunque anche a San Benedetto dei Marsi e perché Amarena non ha mai costituito un pericolo per l’uomo come anche le sue immagini di nemmeno tre giorni fa a San Sebastiano dei Marsi hanno mostrato senza alcun dubbio».
«Chiederemo al responsabile dell’uccisione dell’orsa un risarcimento milionario che lo costringa a passare i prossimi anni tra avvocati e aule di tribunale come è accaduto al suo omologo a Pettorano e se Dio vuole alla fine di questo lungo procedimento utilizzeremo il suo denaro per aiutare i nostri orsi. Costringeremo costui a ripensare spesso alla serata di ieri e a chiedersi se forse non sarebbe stato meglio per lui lasciar andar via Amarena e poi chiamare noi o il Parco per ottenere un equo rimborso… magari per il doppio del valore dei suoi preziosi polli».