Ma ndo vai se la Tac non ce l’hai. Il grande Alberto Sordi canterebbe così in merito l’annosa vicenda relativa all’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ ormai da anni privo di una strumentazione all’avanguardia capace di refertare esami radiologici di una certa importanza. Un problema denunciato più volte dal consigliere regionale Andrea Greco e dall’amministrazione comunale. “Negli ultimi anni le uniche apparecchiature nuove viste nel presidio sanitario sono state quelle donate da associazioni o privati cittadino” l’eloquente dichiarazione di don Francesco Martino, ex cappellano del Caracciolo.
E così che pazienti, specialmente anziani, sono costretti a continui spostamenti verso il ‘Veneziale’ di Isernia per un esame che potrebbe essere eseguito normalmente nel presidio altomolisano se solo la Radiologia venisse dotata di una Tac efficiente. Il mancato utilizzo di questa apparecchiatura mette a serio rischio i servizi offerti dal reparto di Medicina e dai sanitari del Pronto soccorso. Il problema si aggrava nei lunghi periodi invernali a causa delle precipitazioni nevose che rendono assai difficoltosi gli spostamenti verso il capoluogo. Spesso accade che ad essere chiamato in causa è il 118 il quale lascia scoperto un intero territorio, per quanto concerne l’emergenza-urgenza, in nome di un servizio taxi non proprio in linea con le sue funzioni originarie.
Attualmente al ‘Caracciolo’ c’è una Tac risalente al 2000, decisamente obsoleta, che viene attivata solo in presenza del radiologo, ma quando deve essere utilizzata con il mezzo di contrasto e, quindi necessariamente con un anestesista, merce rarissima da queste parti, viene applicata la strada più semplice, ovvero il trasferimento ad Isernia. Una situazione drammatica che, nonostante i richiami, esposti alla Procura e i continui solleciti al direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, non è stata mai risolta.
Contestualmente a nulla sembra valere il fatto che il decreto Balduzzi riconosca il nosocomio come struttura di area particolarmente disagiata che prevede tutta una serie si servizi essenziali al fine di soddisfare una utenza di oltre 30.000 abitanti. Infatti alle promesse e agli accordi puntualmente disattesi si registra l’allontanamento fuori regione di chi ha bisogno di cure contribuendo ad incentivare la mobilità passiva, come pure quella verso le strutture private dei soliti noti.
La palla passa alla nuova struttura commissariale guidata dai neo incaricati Flori Degrassi e Annamaria Tomassella affinché si impegnino concretamente a porre rimedio a questa incresciosa situazione. D’altronde, come ribadito dallo stesso consigliere regionale Andrea Greco, per le popolazioni delle aree interne è arrivato il momento di cessare la squallida pratica dell’elemosinare diritti garantiti dalla Costituzione.