Si torna a caccia, domani, in Abruzzo, anche se limitatamente al proprio Comune di residenza. Dopo lo stop imposto dalle limitazioni da zona rossa, grazie alla sveltina del Governatore Marsilio, che senza l’avallo del Ministero ha promosso la regione al livello arancione. Una decisione fortemente criticata dal Governo centrale, che tuttavia ha il supporto del comitato tecnico regionale, stando almeno a quello che ha dichiarato lo stesso Marsilio in conferenza stampa.
Al di là delle diffide e delle chiacchiere, il Governo potrebbe solo impugnare l’ordinanza di Marsilio, che intanto resta valida ed efficace nei suoi effetti di legge su tutto il territorio della regione. L’Abruzzo resta arancione, dunque, non più rosso, e possono riprendere alcune delle attività vietate in precedenza, come appunto la caccia. Le limitazioni alla circolazione, tuttavia, consentono la pratica dell’attività venatoria solo all’interno del proprio Comune di residenza. Un vincolo che di fatto rende impossibile la caccia in braccata al cinghiale, perché per aprire la battuta c’è bisogno di almeno sette cacciatori tutti residenti in uno stesso Comune e sono poche le squadre che si trovano in quella situazione.
Dalle associazioni venatorie si apprende che l’assessore regionale alla Caccia, Emanuele Imprudente, firmerà un documento che consentirà ai cacciatori di praticare la caccia in tutto l’Atc al quale si è iscritti, in deroga dunque alle limitazioni agli spostamenti tra Comuni previste dallo status di zona arancione. Un provvedimento simile a quello già preso da altre Regioni. L’autorizzazione, stando ai più informati, dovrebbe arrivare in tempo per consentire la caccia libera su tutto l’Atc per la giornata di sabato.
Francesco Bottone