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  • Smaltimento illecito di rifiuti e scarti di costruzione, archiviazione a Celenza sul Trigno

    CELENZA SUL TRIGNO – C’è sempre un sospiro di sollievo quando una vicenda giudiziaria si chiude a favore dei denunciati. E così per i sigg. Vito Meo, Antonio Petrella, Letizia Simonetta Antenucci, Roberto Antenucci, Loris Aquilano, il Gip del Tribunale di Vasto ha disposto, in data 24 settembre 2015, «l’archiviazione del procedimento per l’insostenibilità dell’Accusa in Giudizio», in accoglimento della proposta del  Pubblico Ministero. La motivazione è molto semplice: ai sensi dell’art. 131 bis c.p. il fatto reato è particolarmente tenue ed anche la modalità della condotta non lascia configurare un evidente dolo, cioè l’intenzione chiara di violare la legge di cui si ha conoscenza. Praticamente mancano i motivi validi per sostenere l’accusa in giudizio.

    I signori di cui sopra sono stati indagati per il reato previsto dall’articolo 256 Dec.leg. 152/2006, che riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Il dott. Antonio Petrella, infatti, ha eseguito uno scavo sul suo terreno per costruire un garage. Il materiale di scavo è stato depositato dalla ditta esecutrice Meo sui terreni dei sigg. Letizia Simonetta Antenucci, Roberto Antenucci e Loris Aquilano che l’avrebbero utilizzato per sistemazione di stradine etc, cioè per miglioramento dei loro fondi.

    Per una segnalazione da parte del Comune, il Corpo Forestale dello Stato si è sentito in dovere di intervenire e procedere alla relazione alla Procura della Repubblica di Vasto.

    Le legge stabilisce che il materiale di scavo, prima di essere depositato su altro terreno, deve essere analizzato. In questo avrebbe mancato il dott. Petrella il quale, informato sul da farsi, ha portato del materiale da far analizzare presso gli uffici competenti che, però, sono rimasti sorpresi perché non era mai capitato un fatto del genere. In pratica la legge finora non era stata ancora applicata e non era nota né al dott. Petrella né agli altri che sono corresponsabili.forestale

    La legge non ammette ignoranza; ecco il vecchio adagio e non so fino anche punto sia valido visto che il dolo presuppone la conoscenza della legge che si ha intenzione e volontà di violare.

    Sicuramente la legge è nota al Comune. Nei comuni piccoli bisogna dire grazie a chi vuole costruire e favorirlo nell’ambito della legge, cioè istradandolo, illuminandolo su tutti i suoi doveri, anzi accertandosi che li conosca. Chiedono troppo i cittadini? Beh, nel passato, gli amministratori che davano direttive e, in particolare l’Ufficio  Tecnico, si sono comportanti in tal senso. Non bisogna aspettare che uno sbaglia per colpire, ma prevenire l’errore. Si sa per il paese che altri sbancamenti e depositi di materiale di scavo sono stati eseguiti e non risulta che ci sono stati problemi.

    Le vicende giudiziarie celenzane sono troppe e molti si chiedono se non sia il caso di cambiare comportamento e di fronte alla legge cercare di penetrarne lo spirito e non legarsi al rigore formale, secondo la mentalità e il comportamento fariseistico, per intenderci. Papa Francesco lo ha fortemente rimarcato ultimamente e lo spirito della legge va inteso e applicato in tutti i campi.

    I signori di cui sopra hanno potuto trarre un sospiro di sollievo, ma hanno dovuto spendere dei soldi.

    Si è dato da fare in modo intelligente il loro avvocato Eugenio Petta.

    Rimane da congratularsi per la chiusura di questa vicenda giudiziaria che poteva essere evitata.

    Rodrigo Cieri

    foto di repertorio

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