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  • “Smobilitano il Caracciolo”, l’allarme di don Francesco Martino

    Don Francesco Martino (nella foto in una manifestazione pro -territorio), responsabile della pastorale sanitaria della diocesi di Trivento, fa il punto sulla riorganizzazione dell’ospedale di Agnone. Il parroco, da sempre impegnato per la salvaguardia della struttura di frontiera, tratteggia un quadro a tinte fosche. Si tratta di una relazione precisa e puntuale che fa emergere una realtà drammatica, la quale mette in discussione il diritto alla salute sancito dalla Costituzione (art. 32) e i livelli occupazionali già precari.

    Sale operatorie: dopo sopralluogo ancora preliminare dell’ing. Spallone, direttore Uoc Unità tecnico manutentiva, del 30 gennaio-, si è in attesa delle due ipotesi di preventivi e di crono-programma, massimale o minimale, per il quale l’ingegnere si è riservato 15 giorni, ed il comune di Agnone ha chiesto di accellerare i tempi almeno a 10 giorni (tempistica 9-14 febbraio). In data 20 gennaio la ditta “Califel” ha smontato, perché estremamente usurato e non più in grado di garantire la sua funzione, l’impianto di climatizzazione di tutti i locali del blocco operatorio, mettendo anche fuori servizio gli impianti di aspirazione e di aria compressa necessari per il respiratore, rendendo di fatto inservibili tutte le sale operatorie (A,B e C), anche se i problemi inerenti la sala C si limitano alla sola mancanza del ricircolo dell’aria, non essendoci particolare prescrizione per i piccoli interventi di chirurgia ambulatoriale. Una domanda legittima è e rimane il capire il perché di procedere allo smontaggio dell’impianto e alla sua rimozione senza aver prima predisposto crono-programma e soluzioni da adottare, ancora in corso di adozione.

    Reparto chirurgia: è stato disposto il blocco di tutti i ricoveri ordinari e in day surgery , mentre verrano garantite tutte le attività ambulatoriali, disponendo l’assegnazione del personale medico della UOC di Chirurgia in via provvisoria al Pronto soccorso, integrando la propria attività con il personale medico del Set 118, dove dovranno svolgere l’orario di servizio per la copertura dei turni notturni del pronto soccorso e il restante per gli ambulatori mattutini. Le persone ricoverate nel reparto Chirurgia rimangono ricoverate fino alla dimissione dell’ultimo degente, dopo di che il reparto sarà chiuso e il personale infermieristico riutilizzato. La conseguenza è che i casi di natura chirurgica o traumatica che non necessitano di intervento chirurgico o dovessero arrivare al nosocomio con le proprie gambe, o devono essere trattati in astanteria, o trasferiti presso altro presidio ospedaliero. Il Dott. Cicchese, per questa settimana, in attesa di incontro con la direzione sanitaria Asrem, lodevolmente si sta sacrificando con i medici disponibili per garantire questo servizio in verità non di loro competenza stretta, e di questo occorre ringraziarlo di cuore.

    Pronto soccorso: da questa mattina, il turno di servizio 8-20 viene svolto da Medico di Pronto Soccorso della UOC relativa del nosocomio di Isernia, diretta dal Dott. Lucio Pastore, e non più dai medici in convenzione del SET 118. Ciò costuisce una buona notizia, in quanto il medico incaricato teoricamente è in grado di effettuare tutte le azioni rianimatorie cardio-polmonari, dovrebbe essere in grado di intubare, dovrebbe avere tutte le competenze, conoscenze e capacità per fronteggiare l’emergenza/urgenza, senza bisogno di ricorrere alle consulenze relative; nella notte, i turni dovrebbero essere coperti dai medici di chirurgia generale, che comunque ha bisogno del supporto notturno dell’anestesista/rianimatore: qui iniziano i problemi gravi che vedremo in seguito.

    Disposizioni ricevute dal 118: fino a nuovo ordine, il 118 non deve trasportare più nelle ore post meridiane (14 – ore 8 del giorno successivo) al Pronto Soccorso di Agnone tutti i pazienti che necessitano di interventi radiologici urgenti, mentre tutti i pazienti urgenti, di pertinenza potenzialmente chirurgica, vanno trasportati per tutto l’arco delle 24 ore esclusivamente presso il P.O. di Isernia.

    Servizio di Anestesia e Rianimazione: gli anestesisti in servizio presso il Caracciolo devono essere utilizzati presso il P.O. Veneziale di Isernia e lo stabilimento Santissimo Rosario: questo fatto pone problemi estremamente seri, che potrebbero avere conseguenze legali: infatti, ammesso e non concesso che i turni 8-20 del Pronto Soccorso vengano coperti da personale qualificato del PS di Isernia, la notte c’è necessita di garantire l’anestesista in pronta disponibilità al fianco del chirurgo in servizio, e finchè vi sono degenze attive nella struttura (e rimangono quelle di Medicina Generale che sono posti per acuti, e quelli di Lungodegenza) è necessario garantire H24 un anestesista/rianimatore per le emergenze interne, altrimenti la situazione dei degenti ricoverati appare critica e precaria ed in caso di exitus (morte) ci saranno conseguenze legali sicure per tutti gli interessati: la soluzione sarebbe di chiudere anche medicina e lungodegenza e dimettere tutti i ricoverati. Comunque, fino a domani e forse in questa prima settimana, in attesa di indicazioni più precise della direzione sanitaria Asrem, il responsabile dott. Paolantonio cercherà di non sospendere il servizio al Caracciolo. Non si capisce perchè il SS. Rosario è stato privilegiato in questa materia.

    Radiologia: i medici della radiologia saranno in servizio dalle ore 8 alle ore 14, e dovranno svolgere la Pronta Disponibilità prevista dal contratto presso il P.O. Veneziale di Isernia, mentre sui tecnici, in attesa di un incontro chiarificatore previsto il giorno 9 febbraio, non è stato disposto nulla. Di fatto, se no interverrano nuove disposizioni, dalle ore 14 alle ore 8 del giorno successivo o in pronta disponibilità o in servizio ordinario è assicurata la presenza del tecnico, che se autorizzato, può comunque eseguire esami radiologici. In questo caso, il problema è superabile, e la Radiologia H24 può essere riattivata, escogitando un  qualsiasi sistema informatico di lettura degli esami a distanza, che prevede il salvataggio in formato informatico degli esami stessi, la loro trasmissione via email o in altro modo veloce alla U.O. di Radiologia e Medicina Niucleare del P.O. Veneziale di Isernia e la loro immediata refertazione da parte di un medico radiologo, evitando di inviare lastre o altro a mezzo autisti (sistema molto dispendioso).

    Prestazioni aggiuntive: è questo altro punto dolente, in quanto dal 1 febbraio è stato disposta la sospensione delle prestazioni aggiuntive per il Caracciolo, come per gli altri presidi. Attualmente in attività aggiuntiva era svolta la guardia medica interdivisionale e di supporto al Pronto Soccorso (i cosiddetti medici di guardia notturni ospedalieri) e gli anestesisti. Mentre per i primi si sta cercando di sostituirli con i medici di chirurgia, ma non si riusciranno a coprire tutti i turni, i secondi, senza questo “gettone” obiettano non essere loro compito svolgere turni notturni in Pronta disponibilità in altra sede ospedaliera, per la quale non sono stati assegnati (e quindi, presso il Caracciolo o presso il SS. Rosario): di conseguenza, anche in ragione del fatto  che il contingente è risicato, si rischia di lasciare nelle ore notturne senza rianimatore i due presidi, salvo diversa disposizione del servizio, che potrebbe determinare la contrazione del sevizio ordinario mattutino per ragioni di tutela legale, salvo che la direzione aziendale Asrem non si assuma in toto la responsabilità di rischiare in questo senso, ma di fatto assumendosi gravi ed importanti rischi, oltre a quelli dei degenti ricoverati in tali strutture. Va poi sfatata una leggenda metropolitana: per tale attività aggiuntiva il compenso pattuito per accordi sindacali è sì di 60 euro lorde ad ora, tuttavia il Dott. Cicchese aveva fornito al Dott. Sassi altre soluzioni concilianti e che comportavano consistenti riduzione di tale spesa per le attività aggiuntive, stante l’effettiva penuria di medici in servizio presso i 3 nosocomi.

    Fatto tutto questo quadro, credo che ormai non si possa tacere e accettare alcun fatto compiuto: personalmente – scrive don Francesco Martino – spero che quanto esposto, in ragione delle affermazioni di volontà manifestate dalla direzione aziendale Asrem nel corso dell’incontro presso il Comune di Agnone del 15 gennaio, siano prese in seria considerazione: pur capendo la necessità di operare dei risparmi visibili data la situazione della Regione in Piano di Rientro, credo che l’azione prioritaria debba essere in primis rivolta alla cancellazione ed annullamento di tutte quelle spese inutili per progetti tipo “Sportello Diabete” e azioni psedo-preventive varie, perché se c’è da operare una scelta, per prima cosa vanno salvati ed assicurati tutti i servizi sanitari, poi il resto che in molti casi è superfluo: non si può, pur con tutte le più nobili ragioni del mondo, creare, per giunta in un periodo invernale critico, tutte queste criticità che mettono in pericolo la salute  dei residenti dell’Alto Molise e dell’Abruzzo orbitante su quest’Area : e non si può che rimanere arrabbiati e disgustati dai continui annunci di accordi di confine, che invece vengono intesi da qualche governatore semplicemente come “meri tetti alla mobilità”, ma mai realizzati per garantire i LEA minimi a queste popolazioni.  Personalmente, non capisco molte cose del modo di procedere delle U.O. Amministrative coinvolte dell’Asrem, considerato anche quanto esse costano alla collettività, e la loro flemma eccessiva nell’affrontare e risolvere situazioni che forse realmente sono caotiche, ma che dovrebbero avere un chiaro ordine di priorità. Chiedo al Presidente Frattura – conclude il prelato –  con il quale spesso ci siamo confrontati ed incontrati, di mettere mano a questa complicata situazione per consentire a noi e alle nostre attività produttive di continuare a vivere in questa terra.

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