Nel corso delle prime ore del mattino, personale della Questura di Isernia, con al vertice il Questore Vincenzo Macrì, ha eseguito quattro Ordinanze cautelari emesse dall’Ufficio GIP del Tribunale di Isernia su richiesta di questa Procura della Repubblica con le quali è stata disposta la sottoposizione alla custodia cautelare in carcere di quattro persone, residenti in Venafro, appartenenti alla famiglia Spada, accusate di aver posto in essere, presso la comune abitazione, una proficua attività di spaccio di stupefacenti di tipo cocaina e hashish.
Le indagini, brillantemente svolte da personale della Questura di Isernia ed in particolare della Squadra Mobile, con a capo il Vice Questore Aggiunto Dott. Lorenzo Cariola, dirette dal Magistrato della Sezione specializzata per reati in materia di stupefacenti della Procura della Repubblica di Isernia, con il coordinamento di questo Procuratore della Repubblica, sono state effettuate mediante l’uso di telecamere (poi improvvisamente distrutte da soggetti ignoti) che hanno registrato, durante il secondo lockdown, decine di episodi di spaccio posti in essere dagli indagati presso la propria abitazione, raccolti in circa 80 video significativi, nonché l’escussione, previa identificazione, di diversi clienti abituali dei pusher, che hanno confermato di aver acquistato stupefacenti presso gli indagati sino a tempi recenti.
I destinatari dell’Ordinanza sono soggetti già noti all’Ufficio e con precedenti penali specifici per reati
inerenti agli stupefacenti difatti:
1) il penultimo arresto per reati in materia di stupefacenti del capofamiglia risale alla data del 06.03.2015, quando furono svolte indagini a seguito delle quali il predetto fu destinatario di un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere ,che portò all’arresto di dodici persone, inoltre furono denunciate in stato di libertà altre 36 (trentasei) persone con l’effettuazione di sequestri di consistenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana unitamente anche a somme di denaro contante ritenuto provento dell’attività di spaccio;
2) nel 2018 due di quegli indagati, insieme alla famiglia, si trasferirono da Venafro ad Isernia, ivi riprendendo l’attività di spaccio: anche in tal caso le indagini prontamente avviate permisero di registrare nel solo periodo 3 maggio 2018 – 27 giungo 2018 nr. 116 contatti degli indagati con soggetti identificati e noti consumatori di sostanze stupefacenti, dei quali ben 93 vennero riscontrati come cessioni di stupefacenti di tipo prevalentemente cocaina;
3) in relazione a tali fatti, in data 11.12.2018, vennero tratti in arresto tre dei medesimi soggetti coinvolti nelle operazioni odierne, ed all’esito del giudizio abbreviato vennero condannati a pene oscillanti tra anni 6 mesi 8 di reclusione e anni 2 e mesi 4 di reclusione, pene poi ridotte in appello.
Nonostante il tempo trascorso in custodia cautelare e le condanne subite, gli odierni arrestati, alla luce delle indagini, sono nuovamente accusati dell’attività illecita in parola posta in essere con dinamiche di cessione pressoché identiche a quelle già rilevate in Isernia nell’anno 2018: i correi, difatti, salvo sporadici casi, non uscivano mai dall’abitazione, cedendo la sostanza all’interno di questa o tramite appositi varchi creati nella porta di ingresso. Sulla base delle risultanze delle indagini si ritiene che all’uscita dal carcere, in data 11.05.2021, del capofamiglia, anche questi riprendesse a collaborare al business dello spaccio.