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  • Sparò e uccise l’orsa Amarena, chiuse le indagini. Salviamo l’Orso: «Chiederemo risarcimento milionario»

    Uccisione di animali aggravata dalla crudeltà e dagli spari pericolosi, questa è l’imputazione finale che il Procuratore capo di Avezzano, Maurizio Cerrato, ha contestato ufficialmente ad Andrea Leombruni, macellaio di San Benedetto dei Marsi.

    Dopo circa dieci mesi dal fatto, quindi, è stata ufficialmente chiusa l’indagine sull’uccisione di Amarena, un’orsa che era simbolo e speranza dell’esigua popolazione di orso marsicano confinata da cento anni sulle montagne dell’Appennino centrale all’interno dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nelle sue immediate vicinanze, «un’uccisione senza alcun motivo avvenuta nella notte fra il 31 agosto e l’1 settembre 2023 a San Benedetto dei Marsi, nei pressi dell’abitazione dello stesso imputato» commentano dall’associazione Salviamo l’Orso.

    «Subito dopo l’uccisione di Amarena, – spiegano dall’associazione in parola – abbiamo dato incarico allo Studio Legale Pezone, che cura i nostri interessi da molti anni, di presentare  alla Procura della Repubblica di Avezzano un esposto su i fatti. L’esposto depositato in Procura il 3 di Settembre 2023 ci permetterà ora di accedere ai risultati delle perizie eseguite su ordine del magistrato e quindi di preparare la costituzione di parte civile della nostra associazione nel processo contro l’imputato a cui prenderemo parte tramite lo Studio legale che ci rappresenta».

    «Come annunciammo nel Settembre del 2023 , in caso di condanna dell’imputato, condanna che riteniamo certa, chiederemo a Leombruni in sede civile un risarcimento milionario che lo costringa a passare i prossimi anni tra avvocati e aule di Tribunale come è accaduto a colui che nel 2014 uccise un orso a Pettorano in circostanze simili, e se Dio vuole alla fine del procedimento utilizzeremo il suo denaro per aiutare i nostri orsi. Lo abbiamo promesso ad Amarena ed a tutti gli abruzzesi e gli italiani che nello scorso settembre ci chiesero di mobilitarci ed impegnarci affinché questa stupida ed inutile violenza contro un’orsa ed i suoi piccoli non rimanesse impunita. Costringeremo l’imputato a ripensare spesso alla serata del 3 settembre 2023 e a chiedersi se forse non sarebbe stato molto meglio per lui chiamare i guardia parco e lasciar perdere il fucile, i suoi polli gli sarebbero sicuramente costati di meno».

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