Desertificazione umana. Due parole che suonano come una condanna per decine di borghi del Sud Italia. Castelverrino, minuscolo centro a 10 chilometri di Agnone con poco più di 40 residenti e una natalità ormai prossima allo zero, è uno di quei luoghi dove il tempo sembra essersi fermato. O forse… pronto a ripartire. L’Università delle Generazioni, nata nel 1993 come associazione culturale informale e storica fucina di idee e progetti per il rilancio dei territori al confine tra l’Alto Molise e l’Alto Vastese, lancia da qui una proposta coraggiosa, capace di attirare l’attenzione dei media nazionali e internazionali: trasformare Castelverrino e Poggio Sannita (538 abitanti) nei “Paesi dell’Amore”.

Il grido silenzioso dei borghi fantasma – Ogni giorno l’Italia perde un pezzo di sé: famiglie che emigrano, scuole che chiudono, case che si svuotano. È una lenta eutanasia dei territori interni, lasciati senza infrastrutture, senza opportunità, senza speranza. Così Poggio Sannita e Castelverrino rischiano di diventare un nome su una mappa e nulla più. Ma proprio qui può nascere un laboratorio umano, poetico e sociale, che parli al cuore dell’Europa, sostiene il giornalista e sociologo Domenico Lanciano (nella foto in basso a sinistra) che 32 anni fa promosse l’associazione agnonese insieme a figure di spicco quali il giornalista e insegnante Costantino Mastronardi, il professor Giuseppe De Martino e padre Celestino Ciricillo.

Il sogno di un’Italia che ricomincia dall’amore – Il progetto è tanto simbolico quanto concreto: fare di Poggio Sannita e Castelverrino luoghi dedicati all’amore in tutte le sue forme — amore romantico, amore per la bellezza, per la natura, per l’arte, per la lentezza. Un’idea in grado di rilanciare il borgo attraverso accoglienza diffusa, turismo esperienziale, residenze artistiche e iniziative culturali. Già oggi, quattro famiglie olandesi hanno scelto Castelverrino come buen retiro, acquistando abitazioni e ridando vita al tessuto urbano. Una scelta silenziosa ma eloquente: il fascino di questi luoghi esiste, bisogna solo saperlo raccontare. L’Università delle Generazioni propone una visione che, con stile e discrezione, guarda a modelli europei come quello di Amsterdam, senza copiarli, ma declinandoli in chiave italiana: fatta di sensualità delicata, arte, relazioni autentiche e nuove forme di convivenza. Non si tratta di marketing, ma di una nuova filosofia dell’abitare.
Invito ai media: venite a vedere con i vostri occhi – I centri in questione non hanno bisogno di compassione, ma di attenzione mediatica, visione e presenza. Per questo, l’invito è rivolto a tutte le emittenti televisive, giornalisti, documentaristi, storyteller: venite a raccontare i piccoli borghi della provincia di Isernia prima che sia troppo tardi. Perché da questi piccolissimi comuni può nascere una narrazione nuova, capace di restituire dignità e speranza a centinaia di paesi che non vogliono morire in silenzio.
Un amore contro lo spopolamento – «Il vero scandalo non è l’idea di un Paese dell’Amore — affermano dall’Università delle Generazioni — ma che lo Stato e le istituzioni restino immobili di fronte allo svuotamento del Meridione. Noi vogliamo reagire con un gesto creativo, umano, pieno di futuro. E forse anche provocatorio. Perché l’Amore, quello vero, è rivoluzionario».