I militari dei 12 NAS dell’Italia centrale – nel corso di un servizio coordinato disposto dal Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma – hanno effettuato mirati controlli presso centri e associazioni sportive, palestre, piscine e ambulatori al fine di garantire il rispetto della normativa vigente in merito al rilascio di certificati medici per lo svolgimento di attività sportiva.
Nel corso delle numerose ispezioni, finalizzate alla tutela della salute e della sicurezza degli atleti e degli
sportivi in generale, è stato verificato il possesso e la regolarità dei certificati di idoneità degli iscritti e frequentatori degli impianti sportivi, accertando: l’adeguatezza generale delle strutture e l’eventuale presenza di locali adibiti a studio medico in assenza delle previste comunicazioni alle Autorità competenti; la presenza, regolare manutenzione e revisione del “DAE” (Defibrillatore Automatico Esterno); l’adozione di misure protettive e preventive connesse ai rischi per la presenza del batterio della “legionella”.
Le ispezioni hanno interessato complessivamente 413 centri sportivi, accertando violazioni presso 118 di essi (pari al 28 % degli obiettivi ispezionati), 7 dei quali sono risultati oggetto di provvedimento di immediata sospensione delle attività, emessi dalle competenti Autorità Sanitarie e Amministrative a causa delle gravi irregolarità riscontrate, quali: l’assenza del defibrillatore salvavita obbligatorio nello svolgimento di attività sportiva; l’aver attivato all’interno di palestre ambulatori in assenza delle previste autorizzazioni; il rilascio di certificazione medica per l’idoneità all’attività sportiva non agonistica, da parte di medici prescrittori non autorizzati.
In altri 7 casi i militari operanti, per le non conformità rilevate, hanno avanzato analoga richiesta di sospensione, tuttora in corso di valutazione. Complessivamente 81 le persone segnalate alle Autorità Amministrative, 9 quelle deferite in stato di libertà alle competenti Autorità Giudiziarie e 118 le violazioni contestate, tra penali e amministrative, per un ammontare di 176.000 €.
Proseguiranno le verifiche dei Carabinieri dei NAS al fine di tutelare la sicurezza e l’integrità degli atleti e degli sportivi in generale, e contrastare condotte illecite in materia di certificazione medica sportiva e negligenze nell’uso dei defibrillatori salvavita.
Per quanto riguarda in Nas di Pescara, competente nelle province dell’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, sono stati ispezionati 47 obiettivi tra palestre e centri sportivi e segnalate alle competenti Autorità Amministrative e Sanitarie (rispettivi Comuni e ASL) i responsabili legali di: ventuno impianti, per aver tesserato persone sprovviste di certificazione sanitaria attestante l’idoneità allo svolgimento dell’attività sportiva; tre palestre, per aver custodito certificati medici sportivi di alcuni iscritti, risultati decorsi di validità e, in altri casi, rilasciati da medici prescrittori non autorizzati; una palestra per aver attivato all’interno della struttura uno studio medico ove venivano erogate prestazioni sanitarie da parte di specialisti in assenza delle previste comunicazioni alle Autorità Sanitarie e Amministrative; tre palestre per aver in dotazione defibrillatori non funzionanti e altre due per l’omessa dotazione dei dispositivi
salvavita.
In altri sei casi venivano riscontrate diffuse carenze igienico sanitarie e strutturali, rilevando anche la detenzione ed esposizione per la vendita di alimenti confezionati, tra cui integratori alimentari, vitamine e bevande, in assenza della prevista autorizzazione.
Più della metà delle strutture ispezionate è risultata non conformi alla normativa vigente, la maggior parte delle quali nelle province di Chieti e Pescara. Nella provincia di Pescara sono state anche rinvenute apparecchiature per uso estetico utilizzate da personale non qualificato e l’assenza di procedure di gestione del rischio di legionellosi per gli impianti di condizionamento dell’aria.
Nella provincia dell’Aquila è stata riscontrata la presenza di cosmetici in vendita in assenza della prevista autorizzazione. Nelle province di Chieti e Teramo, è stata accertata anche la violazione della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro per l’assenza del piano di evacuazione e del certificato di prevenzione incendi.