CAMPOBASSO – Per proteggere la terra e i cittadini che li vivono e lavorano bisogna difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola. A sostenerlo è la Coldiretti Molise nel commentare il dato secondo cui il Molise risulta essere fra le sette regioni d’Italia (insieme con Valle d’Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Basilicata) con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico.
Elaborato da Coldiretti su dati Ispra, lo studio evidenzia che l’intero territorio molisano, come quello delle altre regioni citate, mostra una propensione a fenomeni franosi o a pericolosità idraulica. “Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo – spiega il direttore della Coldiretti Molise, Saverio Viola – le precipitazioni, sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire, causano danni sempre più ingenti. Per questo – aggiunge – bisogna prevedere una legislazione specifica che possa arginare il fenomeno”.
Lo studio di Coldiretti evidenzia inoltre che, negli ultimi 25 anni, in Italia si è assistito alla perdita del 28% della terra coltivata. Ciò a causa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile ad appena 12,8 milioni di ettari. Per far fronte a tale emergenza servono, dunque, norme ad hoc. In tale contesto la Coldiretti ha espresso apprezzamento per il primo via libera, alla Camera, al disegno di legge sul “Contenimento del consumo del suolo ed il riuso del suolo edificato”.