(ANSA) – PESCARA, 18 NOV – Resilienza, conoscenza del rischio del territorio e comportamento in caso di emergenza. Le mamme del Patto per l’Abruzzo Resiliente (Par), partendo dall’attenzione sul lavoro del noto Street Artist Millo sulla facciata della Scuola di Borgomarino a Pescara (con 700 visitatori), sono scese in Piazza della Rinascita a Pescara per divulgare informazioni utili al cittadino, parlare di pianificazione del territorio e della necessità di mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Testimonianze nel corso del sit-in da parte delle Associazioni e dei Comitati della rete nazionale. Presenti oggi a Pescara gli aderenti dei vari comitati da San Giuliano di Puglia (Campobasso), Amatrice (Rieti), L’Aquila, le madri della terra dei fuochi, Soccorso Alpino e Coordinamento Unità di Crisi di Civitavecchia (Roma).
Presenti anche i parenti delle vittime della valanga di Rigopiano di Farindola (Pescara), alunni della scuola Borgomarino, oltre allo stesso street artist Millo.
Ilaria Carosi, sorella di Claudia morta nel sisma dell’Aquila. “La sicurezza – spiega – passa anche per la memoria. Non si può dimenticare quello che è accaduto in tante tragedie e per questo è importante investire e lavorare nella prevenzione. Io come psicologa volontaria ho lavorato anche nel terremoto di Amatrice e a Rigopiano (Pescara), e ho vissuto anche nel mio lavoro il dolore di queste tragedie”. Antonio Morelli arriva da San Giuliano di Puglia (Campobasso) dove nel terremoto del 2002 in Molise crollò una scuola dove morirono 27 bambini e una maestra, fra cui la figlia Morena di 6 anni. “In questo Paese ci sono stati tanti drammi, ma c’è anche una classe politica che non ha fatto nulla. Il mio è un dolore indicibile, ma lotto perché non accada più. Dobbiamo fare tanto perché purtroppo quello che è successo recentemente a Genova ci dice che c’è ancora molto da fare”.
Marzia Caccioppoli e Anna Magri madri che hanno perso due figli per tumori causati da inquinamento ambientale, arrivano dalla terra dei fuochi e da Caivano (Napoli). “Siamo qui per denunciare – sottolineano – lo scempio ambientale e l’edilizia criminale nella terra dei fuochi. Viviamo purtroppo in un Paese che non tutela i cittadini. Troppi esempi e troppe tragedie abbiamo avuto negli ultimi anni con troppe vittime. Abbiamo perso due figli per tumori correlati all’inquinamento e per noi oggi è diventato prioritario denunciare e sensibilizzare tutti i cittadini”. Mario, papà di Filippo Sanna, studente universitario a L’Aquila, morto nel terremoto di Amatrice. “Ci piacerebbe vedere in queste occasioni anche chi si trova nei piani alti, chi prende le decisioni e chi dirige i soccorsi. Bisogna lavorare per prevenire e per questo sarebbe importante istituire anche il Dipartimento della prevenzione civile dopo quello della protezione civile”.