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  • “The Pab” “Serafici”, “Enonga”: quando Agnone trasgrediva a colpi di note  

    AGNONE – La musica beat, i primi capelloni, la voglia di mettersi in mostra e trasgredire. Pantaloni a zampa di elefante, stivaletto spuntato, camicia a collo lungo e una carica esplosiva coinvolgente. Prima delle radio libere a movimentare il variegato mondo giovanile agnonese ci furono i complessi. Così alla fine degli anni Sessanta, sull’onda di quanto accadeva nelle città settentrionali del Paese, nascevano le prime formazioni. Il più delle volte le band musicali venivano battezzate nei club o appartamenti privati, i luoghi in cui ci si incontrava per ballare e magari approcciare con le ragazze. E’ così che in un’abitazione di via Matteotti nacque il gruppo che oltre a rivelarsi il più longevo, sarà quello che riscuoterà i maggiori successi, ovvero “The Pab”. Un acronimo che sta a significare Panonda Association Band in onore del classico spuntino di pane e olio di cui i componenti andavano pazzi.

    L’esordio ufficiale avvenne al cinema Splendore del commendatore don Gennaro Quaranta il giorno di San Valentino del ’68. L’occasione fu un Mak P 100 dove suonavano “Le Orme”.

    Con Michelino Marcovecchio, memoria storica nonché musicista ricercato dai  complessi dell’epoca, attuale responsabile del Centro Musica e Spettacoli dove si formano le nuove promesse musicali, L’Eco ripercorre le tappe più significative.

    Fare musica a quei tempi era davvero un’impresa complicata – esordisce – la televisione nelle case era una chimera e per ascoltare i brani dovevamo attendere le trasmissioni radio che mandavo in onda non più di quatto – cinque canzoni. Registravamo i brani in qualche bar dove erano presenti i primi jukebox e nel frattempo cercavamo di capire come poterli riproporre. Eravamo tutti autodidatti. Quando in città arrivava qualche complesso, allora la nostra fame di apprendere e carpire i segreti di un gruppo si centuplicava”.

    A comporre la prima formazione dei “The Pab”: Michele Delli Quadri, Lino Mastronardi, Eduardo De Simone, Pasqualino  De Martino ai quali poi si uniranno Franco Coco, un ragazzo che arrivava dalla Sicilia e Angelo Catauro. Nel marzo del ’71 al posto di Coco arrivò Michelino Marcovecchio.

    I SERAFICIAltro complesso dalla grandi potenzialità furono “I Serafici” di padre Aldo Parente, il rivoluzionario frate cappuccino, grande animatore della vita sociale cittadina. A dare però impulso a quella formazione fu Ciro Amicone che suonava a Roma ma studiava al liceo Scientifico di Agnone. I primi componenti oltre ad Amicone: Florenzio Anniballe, Settimio Busico, Anastasio Tricarico, mentre successivamente subentrarono Vittorino Musilli, Lino Pannunzio (detto Bobby Solo), Michelino Marcovecchio, Antonio Di Pilla, Michele Patriarca e l’attuale prefetto di Campobasso, Francesco Di Menna.

    Band meteora che ebbero vita brevissima furono “I Falchi”, nati nell’ottobre del ’68 e scioltisi nel luglio del ’69, e “I Doors 69” (estate ’69 – estate ’70). “I Falchi”, che provavano in una abitazione di corso Garibaldi, erano composti da: Nicolino Di Sabato, Giulio Bucci, Giuseppe Di Gennaro, Raffaele Catolino (voce), Michelino Marcovecchio e Peppino Gigliozzi. Con i “Doors 69”, Giulio Bucci, Michelino Marcovecchio, Enzo De Lucia, Geppino De Lucia, Walter Latino e Franco Leone.

    franco gerbasi appoggiato al furgone degli EnongaL’apice del fenomeno fu toccato nel ‘69 quando i “Pab”, non ancora maggiorenni, parteciparono alla finalissima del  “Festival degli sconosciuti” di Ariccia, manifestazione ideata da Teddy Reno nel ‘61 con l’obiettivo di scoprire e lanciare nuovi talenti. Alla fine vinse il complesso tutto al femminile “Beba e le Racchie”, ma i consensi della critica andarono ai molisani che da allora iniziarono un’ascesa fatta di serate e concerti che toccarono diversi centri del centro-Sud Italia. Nel ’72 i “ Pab” incisero anche un 45 giri con la voce di una cantante romana, la bellissima Assunta Quercioli, in arte Susi Quari.

    Ci spostavamo a bordo di un furgone Volkswagen stile figli dei fiori che andava a metano – riprende divertito Marcovecchio – e in un anno riuscivamo a mettere in piedi quaranta serate. Un’enormità. Il nostro cachet? Tra le 250 e 280mila lire a serata, soldi con i quali coprivamo le spese e rinvestivamo in attrezzature”.

    Nel corso degli anni i “Pab” hanno fatto da spalla a Peppino Di Capri, ai Pooh (dai quali era appena fuoriuscito Riccardo Fogli), all’indimenticata Mia Martini, agli Alunni del Sole. Nell’estate dell’’89 davanti diecimila persone a Campobasso fecero da supporto ai Pandemonium.

    1917138_1255230711085_6704313_nNel ’72 un altro complesso faceva il suo esordio sul proscenio musicale locale: gli Enonga o meglio Agnone al contrario. Domenico Di Pasquo, Franco Gerbasi, Antonino Di Rienzo, che poi passò ai Pab, Nino e Tonio Labbate, Renzo Rossini e Graziella Di Sabato (voce), i componenti. Più in là ad alcune defaillance riconducibili a famiglia e lavoro, subentrarono Roberto Carlomagno, Gianfelice Di Ciero, Roberto Marcovecchio.

    Altra band che nacque nel ’76 fu il “Primo angolo a destra” che vide protagonisti Daniele Cerimele, Nino Patriarca, Sergio Sammartino, Mario Cerimele, Giovanni Diana.

    Tra i tanti episodi mi piace ricordare le messe cantante nelle chiese durante i matrimoni – ci racconta Franco Gerbasi, chitarrista e anima degli Enonga, oggi titolare dell’azienda ‘La Ramera’ –. Malgrado l’ostruzionismo del prete nell’accettare batterie, pianole, chitarre e soggetti con look stravaganti al fianco dell’altare, ricevevamo grandi consensi da parte della gente che mai fino ad allora aveva visto una cosa del genere”.

    Nacque una rivalità accesa tra i  “Pab” e gli “Enonga” con quest’ultimi che a metà anni ’70 parteciparono ad un concorso nazionale a Taranto dopo aver superato le fasi regionali. “A differenza dei Pab non avevamo una struttura consolidata alle spalle, tuttavia eravamo capaci di grandi cose accomunati dall’immensa passione per la musica. Ricordo ancora che le nostre prime casse musicali vennero realizzate artigianalmente da Renzo Rossini”.

    1917138_1255230791087_1829701_nNon solo concerti e serate, Mak P e feste padronali, Enonga e Pab realizzarono i primi musical live che riscossero grandi consensi ad Agnone e in tutto il Molise dove poi vennero rappresentati. Jesus Christ Superstar fu un capolavoro degli Enonga capaci di coinvolgere una quarantina di ragazzi. “A partorire l’idea fu Gerardo Vecchiarelli ci dice ancora Franco Gerbasi – quando lo rappresentammo nella chiesa di San Francesco vidi persone commuoversi fino al pianto”.

    Non da meno l’inedito “Pinocchio” con testi di Michelino Marcovecchio e musica dei Pab che sbarcò il 17 agosto del ’77 in una gremita piazza di Maiella. Lo spettacolo aveva temi dai forti contenuti sociali come povertà e droga.

    Gli Enonga si sciolsero nell’’82. Ma oggi Franco Gerbasi in anteprima per l’Eco ci offre una chicca.

    radio rama enongaA distanza di 34 anni siamo pronti a tornare. Infatti questa estate (da definire giorno e mese, ndr)  stiamo programmando una serata o meglio un memorial che  ricordi un nostro amico-fratello volato in cielo qualche tempo fa. Parlo di Tonio Labbate che con le note della sua chitarra continua a far vibrare i nostri cuori”.

    Di quegli anni l’unico complesso rimasto in vita sono i The Pab, che seppur sporadicamente, continuano a regalare serate indimenticabili a chi ha il piacere di ascoltarli.  Per loro il tempo si è fermato a quei mitici anni ‘60-‘70….

    M.d’O.

     

     

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