«La convergenza dell’intero Consiglio regionale sulla nostra proposta a tutela del servizio di trasporto dializzati è un segnale importante, ma è solo il primo passo verso la difesa di un diritto sacrosanto».
Così il consigliere regionale Andrea Greco che questa mattina ha voluto seguire i lavori del Consiglio in maniera itinerante, prima dal “Caracciolo” di Agnone, poi dal “Veneziale” di Isernia, infine dal “Vietri” di Larino, per «denunciare ancora una volta le difficoltà del sistema sanitario regionale».
«Come detto sono partito dal Caracciolo dove il servizio di trasporto dei pazienti che effettuano trattamento dialitico è a rischio sospensione dal primo febbraio prossimo. – ha spiegato l’esponente del Movimento 5 Stelle – Sarebbe un atto grave, al quale ci siamo subito opposti perché parliamo di un servizio vitale in alto Molise come in ogni altro angolo della regione, perché il trasporto dei dializzati è nei LEA dal 2001 e confermato nel 2017, ma anche perché il trasporto per una terapia salvavita è parte della terapia stessa.
Per questo motivo abbiamo presentato una mozione sulla quale abbiamo chiesto e ottenuto la convergenza da parte di tutte le altre forze politiche. In questo modo tutto il Consiglio ha impegnato il presidente Toma ad attivarsi immediatamente presso l’Asrem e il Commissario ad acta per la sanità, affinché il servizio di trasporto dializzati sia garantito senza alcuna interruzione e affinché sia garantito e potenziato lo stesso servizio pubblico presso gli altri presidi ospedalieri regionali».
«Siamo soddisfatti che la proposta abbia portato all’unità di tutte le forze politiche, ma ora bisogna passare ai fatti. – ha aggiunto Greco – Sempre questa mattina ho mostrato le condizioni in cui versa l’ospedale agnonese, simbolo di un sistema sanitario in difficoltà per volontà politiche tanto chiare quanto cieche.
L’ingresso dell’ospedale è privo di controlli anticovid, non c’è alcuna attività di pre-triage, addirittura il personale medico ha dovuto autotassarsi per acquistare finanche gli adesivi di distanziamento. Intanto ci sono sale operatorie nuove, pagate centinaia di migliaia di euro, ma inutilizzate; da otto mesi l’unico reparto strutturato, quello di Medicina, è senza primario e il bando che doveva servire a individuare il facente funzioni non ha avuto seguito. E pensare che il solo servizio di pulizia del Caracciolo, ovviamente esternalizzato, solo nel 2019 è costato addirittura 400mila euro, una cifra con la quale avremmo potuto assumere qualcosa come sei primari.
Eppure abbiamo suggerito tante soluzioni contro la carenza di personale: basterebbe un nefrologo per garantire due turni di dialisi, il che vorrebbe dire fare mobilità attiva, data la vicinanza di Agnone ai confini con l’Abruzzo; e basterebbe l’invio di un anestesista da Isernia due tre volte a settimana per potenziare la day surgery e la week surgery chirurgica e ortopedica, riuscendo in un sol colpo ad alleggerire la pressione sugli altri ospedali, a snellire le liste d’attesa e, quindi, a migliorare la risposta ai cittadini.Insomma, c’è ancora tanto lavoro da fare.
Oggi è arrivato un segnale importante, ma non basta: ora il presidente Toma, il direttore Florenzano e il commissario Giustini devono passare ai fatti e farlo subito».