«Disattesa nel PNRR, totalmente inapplicata nel suo complesso, mistificata nel bando pubblicato oggi dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio, Casa Italia. La legge sui piccoli Comuni, la 158/2017, tra i migliori provvedimenti del genere in Europa, soffre ancora per una grave miopia istituzionale. Che disattende la norma e monta un Piano nazionale, con un bando appena aperto, che interviene in modo negativo, relativo e minimalista, mettendo oltre 5500 Comuni tutti contro tutti. In scontro. Non perché si premieranno pochi progetti, ma perché la logica alla base del bando è divisiva e non di cucitura. Quando invece, la logica della norma, contenuta nell’articolo 13, era totalmente diversa».
Lo afferma Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, che prosegue: «Per tutti i processi di sviluppo locale, infatti i Comuni lavorano insieme, devono farlo, a vantaggio del Paese, in una logica comunitaria. Invece, come già per il Piano borghi del PNRR, per le scuole del PNRR, come per il bando per i Comuni a vocazione turistica recentemente lanciato, questo nuovo bando che si apre non risponde alle vere logiche che stanno dentro la 158, che Uncem ha sempre sostenuto quali valori veri del Paese e dei paesi. Piccoli e grandi Comuni devono lavorare insieme, devono darsi una strategia comune, uniti, più forti. Non bastano i soldi, che sembrano tanto comodi e facili. Contro le sperequazioni sociali, territoriali, tra aree montane e rurali, si lavora insieme. I Comuni piccoli generano comunità insieme. E la comunità è più forte di ogni opera, più forte di ogni stanziamento di 160 milioni che verranno divisi in pochi progetti da 700 mila euro».
«Le premialità messe per Unioni e convenzioni che faranno progetti insieme sono banali, futili, relative, occasionali. Dovevano essere imposti, progetti territoriali di più Comuni, che superano fragilità, frammentazioni, solitudini. – continua Bussone – È mancato il coraggio istituzionale, ancora una volta. Di ripensare come si sta insieme, cosa si fa e genera insieme. Il modello. Manca una visione. 160 milioni di euro, pochissimi, tendono a essere spot, per pochi progetti. Di campanile. Dunque poco efficaci. Peccato. Lo diciamo con una lacrima. Abbassando la testa. Tanto più perché si sceglie di premiare, con 160 milioni, progetti di messa in sicurezza territoriale. Per carità, importante. Il Paese è fatto di paesi fragili. Lo sappiamo! Ma quando vi sono 8,5 miliardi di euro per la tutela del territorio, ancora da spendere, quelle risorse della 158 potevano andare veramente nella logica della legge del 2017 approvata all’unanimità dal Parlamento, dei suoi articoli, della ratio di quei paesi insieme, articolo 13, di Unioni che fanno la differenza, come in altri Paesi d’Europa, perché solo insieme si vince. Invece qui si continua a dividere, a promettere tutto a tutti, quando invece tutti vengono messi contro tutti».
«Il bando borghi è stato drammatico in questa direzione, creando pure lotte, scontri, facendo lavorare avvocati. Il bando per i Comuni turistici invece parte da un elenco Istat totalmente surreale. Genera figli e figliastri. E da ultimo questo bando della 158 che tanto aspettavamo, sceglie di essere piccolo, per piccoli, da soli, per un Piano che non rischia di non portare a rigenenare davvero le comunità, i luoghi di comunità, la comunità che insieme a quella vicina spera, condivide, dialoga, si impegna per salvare quel negozio, quella scuola, quell’ospedale, che invece con altri provvedimenti di legge di questi tempi vengono chiusi, indotti a implodere. Un bar è la salvezza, del paese che fanno il Paese. Si poteva fare molto molto di più, per dare sostanza, forma, coraggio alla amata legge 158. Con amarezza, lo diciamo. Con impegno e forza, fiducia e speranza continuiamo a lavorare non per nuove opere, non per altri soldi, non per complessi flussi finanziari. Ma per un capitale umano che renda vivi i paesi più uniti».
- foto in apertura di GIAMPAOLO DI BIASE