Il viadotto ‘Sente – Longo’ può riaprire in sicurezza malgrado necessitano circa 45 milioni di euro. Ne è convinto il Michele Marone, consigliere giuridico di Matteo Salvini. Intervenuto durante la trasmissione ‘Fuoco Incrociato’ di Teleregione, l’avvocato termolese ha annunciato come nell’ultimo periodo si siano intensificati gli incontri tra Mit, ministero dell’Ambiente e Anas, con quest’ultima che a fine aprile consegnerà un progetto, definito smart (suddiviso in lotti), per interventi pari a 10 milioni di euro che dovrebbero assicurare la riapertura. I lavori – ha sottolineato ancora Marone – saranno effettuati direttamente dall’Anas che ha mezzi e uomini per fronteggiare la problematica. A riguardo – ha ammesso l’ex assessore regionale della giunta Toma – abbiamo intercettato una norma (non cita quale) che può conferire direttamente ad Anas le nuove opere. Nella sua dichiarazione l’esponente della Lega ha omesso di dire dove saranno reperiti i fondi. Un fatto non di poco conto se è vero che senza soldi non si cantano messe.
Al tempo stesso il consigliere comunale di Termoli ha rimarcato come l’imponente infrastruttura dovrà tornare ad essere gestita dall’Anas visto che la Provincia di Isernia non ha i fondi necessari per “mantenerla”. Anche in questa circostanza è da tempo che si parla di ristatalizzazione salvo poi rimanere nel campo delle ipotesi.
Far tornare il ‘Sente’ sotto la responsabilità di Anas è quanto sperano in via Berta, ma soprattutto quanto desiderano le popolazioni a cavallo tra alto Molise e Abruzzo che da settembre 2018 vedono negato il diritto alla mobilità in quell’area con immaginabili ripercussioni in termini di servizi. Con la chiusura del ‘Sente – Longo’ a rimetterci maggiormente sono state le scuole, l’ospedale e le attività commerciali di Agnone che nel corso degli anni avevano instaurato un saldo rapporto con i residenti dei comuni dell’alto Vastese.
“Prendo atto di quanto ammesso da Marone, anche se vorrei capire dove saranno reperite le finanze necessarie per far partire i nuovi lavori – dice Alfredo Ricci, presidente della Provincia di Isernia –. E’ da settembre scorso che attendiamo un segnale da Roma, ma ad oggi non abbiamo registrato nulla. Intanto siamo alla vigilia del quinto anno di chiusura dell’infrastruttura viaria tra le più importanti della nostra provincia e sinceramente reputo inammissibile continuare a penalizzare un’area interna alle prese con atavici problemi”.
Insomma, fare presto è il grido di battaglia lanciato da Ricci. L’augurio naturalmente è quello che il messaggio di Marone non sia dettato dall’imminente campagna elettorale per le regionali come spesso accaduto in passato. Solo il tempo dirà se a pensar male…
Pio Savelli