Parola d’ordine “vietare“. Vietare la caccia, vietare lo sport con armi da fuoco (che tra l’altro è una disciplina olimpica, ndr), e ora vietare anche i botti di Capodanno. Tutto ciò che non sta bene a me deve essere vietato, per legge. Una sorta di dittatura morale, invocata da chi evidentemente si crede moralmente superiore agli altri, forse anche più democratico, salvo poi invocare continuamente, appunto, censure e divieti.
«Allo sgomento per il pesante bilancio della solita “notte dei botti” – un morto, minorenne, e un’ottantina di feriti in tutta Italia – si uniscono l’amarezza per la strage di uccelli a Roma, dove l’inutilità delle ordinanze-fotocopia contro i botti è apparsa in tutta la sua evidenza, e infine lo stupore per le dichiarazioni di esponenti della maggioranza pentastellata in Campidoglio, che commentano lo sterminio dei poveri volatili come se fossero passanti e non i responsabili politici di provvedimenti inefficaci e controlli inesistenti. E’ ora di vietare per legge la vendita di fuochi d’artificio, provvedendo per la riconversione delle aziende che li producono. Proveremo ad ottenere questo risultato in Parlamento».
Lo afferma l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando quello che definisce «lo scempio dei botti di Capodanno».