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  • Lasciano il centro di accoglienza, dodici profughi irreperibili dalla scorsa notte

    SCHIAVI DI ABRUZZO – Si sono resi irreperibili. Si tratta di dodici profughi ospitati presso la struttura di accoglienza per migranti sul Monte Pizzuto a Schiavi di Abruzzo. Non hanno fatto rientro in sede, sono andati via, altrove, liberi di muoversi grazie ai documenti provvisori rilasciati dalle autorità italiane.

    Lunedì notte l’arrivo in paese, avvolto nel segreto e nella nebbia, di altri diciotto profughi e già l’indomani quattro somali hanno deciso di abbandonare la struttura ricettiva gestita da Matrix. Il giorno dopo altri otto, sempre somali, si sono resi irreperibili e pare che il flusso in uscita non sia ancora finito. Insomma ai somali non deve piacere molto il soggiorno in alta montagna.

    Da indiscrezioni pare che almeno i primi quattro, quelli non rientrati nel corso della notte tra martedì e mercoledì, abbiano raggiunto, non si capisce bene con quali mezzi, la stazione ferroviaria di Vasto. Probabilmente dunque si sono messi in viaggio verso altre zone d’Italia magari per ricongiungersi con parenti ed amici. Clandestini? No, perché hanno dei documenti italiani, sia pure provvisori. 10911246_10205070566677646_7490555865790623793_o

    Degli altri otto che sono andati via da Schiavi al momento non si sa nulla.

    La notizia, circolata in paese, viene confermata anche dalla Prefettura. La dottoressa Italiani, che cura i contatti con la stampa, conferma che «risulta un abbandono della struttura da parte di un consistente gruppo di profughi somali, quelli arrivati in un secondo momento».

    E sempre la dottoressa Italiani precisa: «Non è corretto dire che chi ha abbandonato la struttura è divenuto clandestino, perché dal momento dello sbarco hanno dei documenti provvisori rilasciati dalle autorità italiane. E’ altrettanto vero che non potrebbero circolare liberamente sul territorio nazionale e dovrebbero rimanere nei centri di assegnazione».

    Tirate le somme al momento nel centro di accoglienza di Schiavi restano ventisei profughi.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

     

     

     

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