Getta acqua sul fuoco delle polemiche la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Castiglione Messer Marino, Anna Paolella, in replica alle preoccupazioni destate dall’attivazione di una sola classe, in prima media, con ventisei alunni.
Le due quinte, uscite dalle elementari, sono state fuse in un’unica classe, di ventisei appunto, con due sostegni, proprio quando le raccomandazioni anti contagio da Covid19 sono quelle di distanziare ed evitare le classi “pollaio”.
«Non è una classe pollaio, – precisa subito la preside Paolella, sentita per una replica dalla nostra redazione – perché le linee guida per le media prevedono classi da 18 a 28 alunni. Siamo, dunque, all’interno del range previsto. Tra l’altro è appena uscita una terza media di 23 alunni, siamo lì. Ma al netto di queste questioni numeriche, vorrei rassicurare e tranquillizzare i genitori degli alunni: la nuova classe sarà ospitata nell’aula magna dell’istituto, dunque di spazio per il distanziamento ne avranno a sufficienza».
«Abbiamo tentato in tutti i modi di trovare una soluzione, ma purtroppo non c’è. – continua la dirigente scolastica – In queste realtà dobbiamo fare i conti con i piccoli numeri e non credo, sono sincera, che verrà assegnato alla nostra scuola, per la prima media, del personale aggiuntivo. Comunque, ripeto, stiano tranquille le famiglie. Una classe di 26 alunni è una opportunità, non un problema, anche dal punto di vista didattico. I ragazzi avranno modo di socializzare meglio e di fare “gruppo”, cosa che sarebbe invece più difficile con una classe di tredici. Si potranno sperimentare nuovi percorsi didattici e formativi, creando ad esempio dei gruppi di lavoro. A breve, comunque, faremo un incontro con i genitori per chiarire in dettaglio tutte le questioni».
Ha cercato, quindi, una soluzione, la preside Paolella, ma non è stato possibile trovarla. I conti sono presto fatti: ventisei alunni a Castiglione e otto a Celenza sul Trigno. Le uniche alternative possibili sarebbero state queste: sganciare un paio di alunni da Castiglione (ma come sceglierli, ndr) per trasferirli nel plesso di Celenza e lì fare un’altra classe da dieci o, viceversa, trasferire in blocco gli studenti di Celenza a Castiglione. Intuibilmente si tratta di due opzioni non percorribili, che avrebbero causato una vera rivolta da parte dei genitori. Da Celenza, tra l’altro, è più agevole raggiungere Vasto che Castiglione, soprattutto in inverno. Impensabile anche il coinvolgimento del plesso di Roccaspinalveti dove c’è una sola pluriclasse, dalla prima alla terza media, di 19 alunni. Questi i numeri e i dati oggettivi al netto delle polemiche e delle proteste, sia pure legittime, dei genitori.
Il problema distanziamento a scuola sarà aggirato con lo spostamento della classe in aula magna, uno spazio molto grande. La questione, questa sì reale, riguarda al massimo il trasporto scolastico per gli studenti che arrivano da Schiavi, Fraine e dagli altri centri di zona. I mezzi a disposizione dei Comuni e il personale sono pochi.
Si ammasseranno gli studenti dentro gli scuolabus, come prima del Covid, ignorando le norme del distanziamento? Si faranno i doppi turni? Si chiederà magari aiuto alla Protezione civile per garantire più mezzi di trasporto? Queste sono le questioni reali, ma evidentemente non sono di competenza della dirigente scolastica, bensì dei sindaci.
Francesco Bottone