L’avvocato Vincenzo Scarano, candidato a sindaco con la lista ‘Agnone Identità e Futuro’ risponde alle dieci domande poste da l‘Eco online in merito alla gestione del patrimonio architettonico, culturale e religioso della cittadina altomolisana.
Lunedì e martedì sarà la volta dei candidati a sindaco, Agostino Iannelli per la lista “Esserci” e Daniele Saia di “Nuovo Sogno Agnonese”.
“Non è possibile rispondere a domande quali quelle formulate, senza fare una doverosa premessa, che è il risultato delle mie esperienze, non solo professionali: prima di progettare un’ iniziativa, affinché questa possa essere effettivamente posta in essere, è necessario valutare quali sono le risorse, non solo finanziarie, già disponibili eventualmente reperibili. Ciò implica che bisogna prima valutare e quantificare di quali risorse il Comune già dispone e, parallelamente, confrontare tali risorse con gli ipotetici costi per realizzare l’attività progettuale da porre in essere. Conseguentemente, occorre verificare l’accessibilità a finanziamenti pubblici, ovvero il coinvolgimento di soggetti privati che potrebbero supportare e integrare gli oneri necessari per rendere concretamente attuabili le iniziative volte alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale, senza che ciò possa pregiudicare, in assenza di tale preliminare valutazione, la perdita di risorse da destinare anche a priorità di carattere sociale.
Il nostro patrimonio artistico e culturale deve essere innanzitutto censito, per valutare se lo conosciamo effettivamente nella sua interezza e se è nella piena disponibilità del Comune. Quindi, va fatta una valutazione dello stato di conservazione del patrimonio stesso e di eventuali interventi necessari per renderlo effettivamente fruibile. In tale ottica, entra di nuovo in gioco la necessità di reperire fondi e finanziamenti che non gravino solo ed esclusivamente sulle casse comunali. Fatto ciò nel più breve tempo possibile, avvalendosi, specie per la parte tecnica, del personale già nelle disponibilità dell’amministrazione, bisognerà affidarsi anche ad esperti di valorizzazione e marketing del territorio, che sappiano inserire Agnone in circuiti turistici e culturali non solo nazionali.
Il Comune deve riprendere la gestione dei grandi eventi agnonesi, di cui la ‘Ndocciata rappresenta evidentemente la punta di diamante. Tocca all’amministrazione porre in essere e coordinare una cabina di regia che coinvolga la Pro Loco, le associazioni e tutti gli operatori del settore per ideare e promuovere un calendario di iniziative che renda Agnone una meta turistica appetibile tutto l’anno, con una diversificazione delle offerte, anche per fasce di età e gruppi di interesse. A questo scopo, è indispensabile creare un circuito virtuoso che coinvolga anche tutti i Comuni altomolisani, soprattutto per evitare il fenomeno del cosiddetto turismo “mordi e fuggi” e, di nuovo, affidarsi ad esperti di valorizzazione e marketing del territorio, che realizzino e promuovano pacchetti turistici adatti ad un’utenza diversificata. In quest’ottica, che prevede una sinergia – coordinata dal Comune – di tutte le parti non solo interessate ma anche competenti in materia, entrano a pieno titolo l’artigianato delle campane e del bronzo, del rame, dell’industria casearia e l'”Agnone Film Festival”. Vi entra persino il cosiddetto “turismo sanitario”, per il quale diventa fondamentale la salvaguardia e la tutela del presidio ospedaliero San Francesco Caracciolo, che, in quest’ottica, non può più essere solo un ospedale di area disagiata. Dunque, ancora una volta, diventa fondamentale la capacità di reperire fondi e finanziamenti che rendano il turismo il vero volano dell’economia di Agnone e dell’Alto Molise, anche nella prospettiva di creare nuove opportunità professionali per i nostri giovani.
Proprio perché siamo ancora in piena pandemia e non è possibile prevedere gli scenari futuri (specie per gli operatori del settore spettacolo e cultura), bisogna almeno garantire l’utilizzo del teatro come mera sala cinematografica e/o come location per organizzare eventi che prevedono una più ampia partecipazione di utenti, coinvolgendo, tra gli altri, gli istituti scolastici, le associazioni culturali, i comuni limitrofi. Anche in questo caso è fondamentale reperire fondi istituzionali per la salvaguardia dei luoghi della cultura, ma anche creare un circuito con altre sale cinematografiche/teatri (specie a livello regionale) per proporre, ad esempio, una stagione teatrale condivisa che preveda alcune tappe ad Agnone con la partecipazione di spettatori non solo agnonesi. Resta, tuttavia, preliminare la promozione di una campagna abbonamenti – anche solo per la visione di pellicole cinematografiche – che risulti appetibile per l’utenza e coinvolga anche gli altri Comuni altomolisani.
Prima ancora di formulare la risposta, bisogna formulare un’altra domanda: per quale ragione l’Unimol dovrebbe investire risorse, non solo economiche, per attivare corsi di formazione ad Agnone? Perché le caratteristiche tipiche del territorio e della cultura altomolisana e la presenza di esperti di specifici settori in loco – e qui tornano di nuovo utili, tra gli altri, l’artigianato delle campane e del bronzo, del rame, l’industria casearia – consentirebbe una più efficace azione formativa realmente radicata ed identificabile con la nostra peculiare area produttiva.
Il modello di gestione da attuare è quello di fatto messo in atto dal Comune di Agnone in collaborazione con l’Associazione culturale “Tradizioni e Sviluppo” che ha consentito, tra le altre cose: il censimento e la catalogazione del patrimonio, non solo librario, delle Biblioteche Riunite Comunale e Labanca; l’apertura al pubblico delle stesse, sia di mattina che di pomeriggio, tutti i giorni della settimana, anche nei giorni festivi; la riorganizzazione del personale e dei locali per consentire l’allestimento in contemporanea anche di più mostre ed esposizioni permanenti e temporanee, di artisti non solo locali, e di altre attività a carattere ricreativo e formativo; la redazione di ipotesi progettuali come, ad esempio, quella che ha consentito di ottenere fondi statali per il restauro dei libri antichi; la realizzazione, tra gli altri, di due eventi formativi accreditati dall’Ordine dei Giornalisti del Molise; la realizzazione di eventi ricreativi privati compatibili con le caratteristiche del luogo. In merito alla Biblioteca Emidiana va promossa la collaborazione con il soggetto che attualmente la gestisce al fine di intraprendere iniziative comuni e condivise per una più ampia fruibilità del patrimonio in essa contenuto.
Mantenere le chiese aperte non è un’utopia. Tuttavia, da un punto di vista organizzativo, occorrerà valutare quante e quali Chiese tenere aperte, anche per assicurare una dovuta sorveglianza. I costi di questo servizio, anche se solo in parte, potrebbero essere sostenuti mediante il pagamento di un unico biglietto da proporre al turista -che, così, potrebbe avvalersi di guide remunerate- con il quale organizzare un tour completo (Chiese, Biblioteche Riunite Comunale Labanca, Museo Civico, ecc.)”.