Anche quest’anno, le Carresi, manifestazioni plurisecolari che si tengono ogni anno nei comuni di San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone, non vedranno la luce. A causa delle misure attuate a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19 che, al fine di evitare la diffusione del virus, prevedono la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, la tradizionale corsa dei buoi, così come a San Martino, anche a Ururi non potrà svolgersi.
La Carrese di San Martino in Pensilis si svolge il 30 aprile di ogni anno, in onore di San Leo, patrono della comunità. Mentre nel secondo comune arbëreshë, Portocannone, la Carrese si tiene il lunedì dopo la Pentecoste in onore della Madonna di Costantinopoli.
La Carrese che si tiene a Ururi viene svolta in onore dal suo santo patrono, la reliquia del Santissimo Legno della Croce, un pezzo della Croce di Gesù, portata in Italia da Sant’Elena.
Il 2 maggio, nel tardo pomeriggio si svolge la solenne benedizione dei carri, buoi, carristi e cavalieri e tutta la comunità presenzia alla cerimonia in emozionato silenzio. Il giorno della corsa, i carri si recano davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie dove viene impartita una seconda benedizione. Successivamente i carri, seguiti dai sostenitori, si avviano alla partenza, in località Bosco Pontoni. La disposizione dei carri va in ordine di merito, secondo l’arrivo dell’anno precedente. Il percorso della corsa è lungo all’incirca 3,5 km, attraversa il paese e termina sullo spazio antistante alla chiesa Santa Maria delle Grazie.
La particolarità della corsa di Ururi è la biforcazione del percorso. Il carro in testa è obbligato a seguire un percorso di 19 m più lungo, lungo Via Tanassi, mentre i carri che seguono possono prendere il tragitto più breve che segue la strada provinciale e salire, lungo Via Trinità, in piazza municipio fino al traguardo. La vittoria va al carro che per primo imbocca via commerciale. La gara è molto combattuta e la vittoria per nulla scontata. Il 4 maggio, giorno successivo alla corsa, il carro vincente porta in processione la reliquia del Santissimo Legno della Croce.
Questo ennesimo rinvio a causa del Covid-19 lascia l’amaro un bocca a tutta la popolazione locale e membri dei partiti dei tre carri, che investendo denaro e tempo, accudiscono e preparano gli animali per la corsa, con allenamenti specifici, cure meticolose e amorevoli e lunghe passeggiate giornaliere nelle campagne urureri.
Nella speranza di poter tornare a veder svolgersi questa tradizione plurisecolare, che caratterizza e rende unica la nostra regione, è fondamentale ricordare che le tradizioni sono identità di un popolo, e in quanto tali devono essere preservate e tutelate, affinché le nuove generazioni le portino avanti con orgoglio e coscienza. (Foto Nicola Berardini)
Elena Frate