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  • Sparatoria: il killer ha usato la pistola del padre deceduto, la deteneva illegalmente

    Si è tolto la vita Andrea Pignani, il 34enne che stamattina ha ucciso sparando in strada due fratellini e un anziano ad Ardea in provincia di Roma. Si è barricato in casa in via degli Astri nel Consorzio di Colle Romito per ore e, poi, si è ucciso. Nel pomeriggio l’irruzione dei carabinieri del Gruppo di intervento speciale che hanno trovato il cadavere dell’assalitore in camera da letto e hanno sequestrato un’arma nell’appartamento che, a quanto apprende l’Adnkronos, apparteneva al padre morto a novembre 2020 che faceva la guardia giurata. La morte dell’uomo non era nota alla stazione dei carabinieri di Tor San Lorenzo. Ai militari sarebbe dovuta pervenire una segnalazione sulla detenzione della pistola da parte della famiglia, cosa che invece non si è verificata. L’arma da fuoco era dunque detenuta illegalmente, perché il 34enne non aveva il porto d’armi, né altro titolo che ne legittimasse il possesso e l’uso.

    La detenzione legale di un’arma da fuoco va denunciata, appunto, alle autorità preposte: Questura, Commissariato di Pubblica sicurezza o stazione Carabinieri territorialmente competente. Quindi le autorità sanno esattamente dove sono detenute le armi da fuoco e da chi, quante sono e quali sono, con relativa matricola, marca, modello, calibro e via dicendo. Al momento della morte del titolare della licenza, se in famiglia non ci sono persone idonee e titolate alla detenzione, quelle armi devono essere ritirate oppure rese inutilizzabili e comunque l’eventuale detenzione va regolarizzata passando per le Questure appunto.

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