CELENZA SUL TRIGNO – Annunciata da un auto con trombe “Tutti a Canneto per la inaugurazione della Casa della salute, non mancate!” , si è svolta nei giorni scorsi la manifestazione di protesta. Si è trattata, infatti, di una inaugurazione ironica, con tanto di brindisi, di una protesta organizzata dal M5S per la Casa della salute che non c’è, di cui non si è più parlato da quando il Governatore d’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, l’aveva promessa nella sala consiliare di Celenza sul Trigno.
Si era dato quattro mesi di tempo. Da quel giorno, silenzio. Si è dimenticato? ha incontrato ostacoli insormontabili non previsti, non calcolati? Oppure viaggiava ancora sul vento della campagna elettorale finita alcuni mesi prima? Avrebbe potuto risparmiarsi una promessa così forte, così importante per Celenza e per il territorio. Se ha trovato difficoltà, deve spiegare, perché la comunità celenzana soprattutto, in quanto scottata dalla soppressione ingiusta della sede della guardia medica, si sente presa per i fondelli.
Forse Luciano D’Alfonso si è reso conto della ingiustizia commessa dal Governatore Gianni Chiodi ai danni di Celenza e forse in buona fede ha creduto di risolvere il problema della sanità coinvolgendo comuni abruzzesi e molisani ruotanti intorno a Canneto.
Il consigliere regionale Mauro Febbo lo critica duramente ricordandogli che la campagna elettorale è finita, che non si fanno promesse di servizi sanitari con decisioni prese a tavolino e che la Regione Abruzzo ha rimodulato il servizio delle guardie mediche nell’Alto Vastese spiegando le motivazioni.
A parere dei celenzani, però, l’organo tecnico che ha monitorato e valutato le prestazioni delle guardie mediche e la centralità dei comuni favoriti al mantenimento della sede, non ha tenuto conto delle relazioni tecniche che evidenziavano che la sede di Celenza aveva eseguito il maggior numero di prestazioni, che ha necessità della permanenza della sede per la presenza di una RSA ed RA, quest’ultima operante anche a San Giovanni Lipioni, e che, quindi, Celenza risulta il paese più penalizzato, anche per la distanza dagli ospedali.
I celenzani sono convinti che sulla obiettività tecnica e geografica sia prevalsa la volontà politica e ritengono che la decisione di sopprimere la sede di Celenza e far permanere quelle di Carunchio e di Palmoli, distanti tra loro nove chilometri, sia stata presa da un Tavolo politico. È troppo facile cogliere un accordo sui due comuni, uno di centro destra e uno di centro sinistra, entrambi potenti. Lo hanno affermato anche militanti del M5S.
Sicuramente intorno a quel tavolo politico non si è seduta l’amministrazione di Celenza.
Rodrigo Cieri