C’è chi chiede un anno di festeggiamenti per il cambio del nome del paese e chi annuncia un referendum tra i residenti per tornare all’antica denominazione. Posizioni diametralmente opposte che vengono espresse proprio mentre il piccolo centro dell’Alto Molise è alle prese con le celebrazioni di un cambio di nome imposto e mai realmente accettato dalla popolazione.
«Con sorpresa apprendiamo dalla stampa locale che sia stato impedito al consigliere Palomba di intervenire al convegno sul cambio del nome di Poggio Sannita. A noi non risulta nessuna sua prenotazione a riguardo e, peraltro, la manifestazione era improntata, come da programma, solo ed esclusivamente sulla storia di Caccavone e la sua relazione, con riferimenti alla politica locale, sarebbe stata fuori luogo». E’ la replica dell’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Orlando, alle polemiche sollevate nei giorni scorsi dal capogruppo di minoranza, Tonino Palomba. L’ex sindaco, oggi all’opposizione, avrebbe voluto fare un intervento nel corso della conferenza sul cambio del nome di Caccavone, ma pare non gli sia stata concessa la parola. Tesi smentita seccamente dallo staff del sindaco Orlando: «Gli interventi del primo cittadino e del consigliere Amicone sono stati fatti in nome di tutto il Consiglio comunale, minoranza compresa, e non hanno riguardato né l’organizzazione dell’evento né dei problemi di Poggio, né tantomeno l’anticipare o il ripetere quanto autorevolmente hanno poi fatto i relatori Arduino e Valente».
Scendendo più nel dettaglio, il sindaco Orlando precisa: «Vorrei porre l’accento sulle contraddittorie dichiarazioni del consigliere Palomba, che hanno innescato una polemica inutile. Non abbiamo ritenuto necessario, come già evidenziato nel rispondere a una sua precedente interrogazione, coinvolgere associazioni e cittadini tutti, per organizzare un evento che, al di là dell’importanza storica, non sembra degno di particolari festeggiamenti. Lo stesso Palomba ha dichiarato che la decisione, che ha arbitrariamente determinato il cambio di denominazione del nostro paese, fu presa agli “albori della dittatura fascista che tutto aveva la pretesa di controllare, poco tollerando lo sberleffo delle istituzioni, e ordine e disciplina dovevano essere assicurati a qualsiasi costo anche sacrificando il nome di un paese” e nove secoli della sua storia. Da qui nasce la palese contraddizione, evidenziata nel programma elettorale sia in una interrogazione di Palomba nella quale addirittura manifesta la volontà di dare vita ad un anno di festeggiamenti, oltretutto, con la pandemia in atto».
Insomma, c’è ben poco da festeggiare, questa la posizione del primo cittadino. Quanto invece alla ristampa del libro “Caccavone”, il sindaco Orlando informa il suo rivale politico che già sono stati presi accordi con una tipografia per la riedizione dell’opera. «Sul tema dello spopolamento del nostro comune, – aggiunge Orlando – non ci risulta che le amministrazioni precedenti, che hanno visto Palomba protagonista per circa trenta anni, abbiano preso alcun provvedimento, nessun atto pubblico, che abbia creato almeno un posto di lavoro. A differenza, quest’amministrazione, dimostrandosi più che sensibile all’argomento, sfruttando tutte le opportunità possibili, ha fatto sì che almeno una quindicina di cittadini, seppur con un reddito minimo, siano rimasti in loco. Noi crediamo nell’inversione di tendenza e abbiamo messo in campo con un costante impegno, valide iniziative con i progetti Sprar, Cis, Snai e, il Recovery che si spera possano dare frutti concreti nel breve e medio termine. Infine, l’ultima contraddizione di Palomba: chiude la sua comunicazione con ”lunga vita a Caccavone”, però ha chiesto un anno di festeggiamenti per “Poggio Sannita”. Numerosi cittadini ci sollecitano di indire un referendum popolare che possa ridare a Caccavone la valenza che meritano i suoi nove secoli di storia. Quindi, con un cuore vero, diciamo “viva Caccavone”».