«A proposito dell’annullo postale dedicato al centenario del cambio del nome, è mai possibile che Poste Italiane abbia creato un annullo ad hoc, mentre il Comune non ha avvertito l’esigenza di creare un logo, uno stemma ufficiale che potesse contraddistinguere degnamente la ricorrenza? Ribadisco e preciso: un logo ufficiale riconosciuto dal Comune, non da altri. Un emblema semplice dai connotati immediati e diretti che contraddistinguesse il Centenario. Noi avevamo proposto di realizzarlo coinvolgendo le scuole ed i ragazzi poggesi. Niente di tutto questo».
Continua la polemica tra minoranza e amministrazione comunale di Poggio Sannita in merito alle celebrazioni in corso per il centenario del cambio del nome. Le dichiarazioni sono di Tonino Palomba, ex sindaco e leader dell’opposizione, a commento dell’annullo filatelico che Poste Italiane ha dedicato al passaggio di nome dall’antico Caccavone all’attuale Poggio Sannita.
«Quello che abbiamo proposto, come gruppo in Consiglio comunale, – continua Palomba – non è certo un anno di feste e passerelle da avanspettacolo, insulse e futili, bensì un’irripetibile occasione di rilancio del paese sotto tutti i profili, come scritto a chiare note già nel nostro programma elettorale». E ancora: «In un convegno dai contenuti storico-culturali che abbracciano un secolo di vita di Poggio, un minimo di decenza istituzionale avrebbe dovuto consigliare il coinvolgimento dei sindaci del passato: Pasquale Di Filippo e Alfonso Falcione, ambedue colpevolmente ignorati, cui a nome del gruppo di minoranza UXPS esprimo considerazione e comprensione. Con l’occasione vorrei anche esprimere piena solidarietà e amicizia ai poggesi residenti a Roma, giacché il sindaco nel suo intervento al convegno, ha avuto modo di definire le loro attività, di tassisti e garagisti, non confacenti al suo ideale di vita, come hanno ascoltato, basiti, tutti i presenti».
L’ultima stoccata di Palomba all’indirizzo del primo cittadino Giuseppe Orlando è questa: «Apprendiamo con piacere degli avviati accordi con una tipografia per la riedizione del libro Caccavone. E’ un’idea cui teniamo molto, speriamo si concretizzi. Ci auguriamo solo che la ristampa, sempre che il progetto prenda effettivamente corpo, sia di accettabile qualità editoriale. Se, al contrario, fosse della stessa fattura della cartolina celebrativa che abbiamo visto in questi giorni con immagini cupe e deformi, che anziché esaltare, deturpano il nostro patrimonio naturale, artistico-religioso e culturale, daremo ugualmente seguito al proposito di ripubblicare un testo di Caccavone in adeguate vesti tipografiche».