Per effettuare dei banalissimi prelievi ematici presso l’ambulatorio comunale di Poggio Sannita bisogna prima vidimare le impegnative presso lo sportello attivo nell’ospedale di Agnone. Alla faccia della sbandierata sanità territoriale e di prossimità. Denuncia la singolare situazione il capogruppo di minoranza del Comune di Poggio Sannita, Tonino Palomba.
«In relazione alle recenti modifiche apportate alle modalità di accesso ai servizi territoriali dell’azienda sanitaria molisana Asrem, – spiega l’ex sindaco di Poggio – concernenti in particolare i prelievi ematici e la consegna dei campioni per le analisi delle urine, presso l’ambulatorio comunale, per effettuare i quali dagli inizi di agosto viene resa necessaria la vidimazione dell’impegnativa recandosi allo sportello di accettazione presso l’ospedale di Agnone o previa prenotazione telefonica, in entrambi i casi con tre giorni di anticipo; raccogliendo le condivisibili preoccupazioni e proteste dei cittadini poggesi, che vedono complicarsi, immotivatamente, un servizio sanitario essenziale, a nome del gruppo consiliare UXPS, si rivolge istanza al sindaco Giuseppe Orlando affinché, a tutela della cittadinanza, voglia intraprendere ogni utile iniziativa per il ripristino del servizio senza le intercorse complicazioni burocratiche che penalizzano soprattutto le persone più anziane, in pratica la totalità degli utenti».
Se infatti, bisogna andare a vidimare l’impegnativa in ospedale, tanto vale effettuare anche il prelievo presso il laboratorio analisi del “Caracciolo” di Agnone. Lo capirebbe anche un dirigente dell’Asrem. Una sorta di presa in giro che costringe a fare la spola tra Agnone e Poggio gli sventurati residenti nel piccolo centro montano dell’Alto Molise. Viene meno, così, l’utilità e la comodità di avere un ambulatorio comunale sul posto, con buona pace della sanità territoriale e di prossimità.
«Con l’occasione facciamo, nuovamente, presente che l’ubicazione dell’ambulatorio comunale al pianterreno del municipio non è confacente alle esigenze della cittadinanza, – chiude polemicamente Palomba – auspichiamo pertanto l’individuazione di nuovi locali che possano meglio adattarsi ad un servizio sanitario di base più appropriato e sicuro».