Nel capoluogo altomolisano si respira aria di fiducia. La macchina per l’organizzazione del rito del fuoco più imponente al mondo, la Ndocciata, è pronta a mettersi in moto. L’appuntamento è fissato per l’8 dicembre quando i portatori delle cinque contrade infiammeranno il corso principale in un tripudio di colori e calore per quella che resta un’antica tradizione ancorata a solide radici di un popolo, il quale nonostante i tanti problemi, intende non arrendersi e tramandare l’iniziativa alle giovani generazioni. Dopo lo stop forzato dell’anno scorso a causa del Covid, nell’Atene del Sannio si vive un clima di ritrovato entusiasmo.
“Tutto ruoterà intorno ai casi che si dovessero registrare da qui ai primi giorni di dicembre. Se la situazione resterà quella attuale e non saranno emanati nuovi Dpcm, sono ottimista per un regolare svolgimento della Ndocciata” afferma il sindaco Daniele Saia. A tal proposito il primo cittadino invita la popolazione ad osservare scrupolosamente le misure anticovid che, al pari alla campagna vaccinazione, hanno fatto crollare i casi di contagio. Intanto attivata la conferenza per i grandi eventi che avrà il compito verificare il piano sicurezza come accade dopo i fatti di piazza San Carlo a Torino (2017). Sta di fatto che l’ultima decisione spetterà a prefetto e questore di Isernia. Da valutare il numero degli spettatori che prenderanno parte all’evento.
Nelle ultime edizioni, la manifestazione dell’Immacolata Concezione, ha attirato dalle 15.000 alle 20.000 presenze. In prevalenza turisti provenienti da tutto lo Stivale e anche da nazioni estere. In questo caso necessario avviare una campagna informativa per tempo con indicazioni su come arrivare in paese e soprattutto come comportarsi. Compito, questo, che spetterà agli organizzatori con in testa l’associazione ‘La Ndocciata’, Comune e Pro loco. Non è da escludere come l’edizione di quest’anno potrebbe essere dedicata alle persone uccise dal Covid, agli operatori sanitari e a tutti i volontari che con grande professionalità e umanità hanno fronteggiato la pandemia.
Nel frattempo si lavora alacremente nello storico capannone dei ‘Porfilio’ in località Sant’Onofrio per allestire le 1200 ndocce, che all’imbrunire dell’8 dicembre, al primo rintocco del campanone di Sant’Antonio, inizieranno ad ardere per dar vita ad uno spettacolo ineguagliabile in tutto il globo. Ad Agnone incrociano le dita.