Ndocciata della Tradizione e Presepe vivente, ad Agnone fila tutto liscio. Il varo del nuovo Dl festività che nelle prossime ore sarà pubblicato in Gazzetta, non ferma la tradizionale sfilata di ndocce, che seppur in forma ridotta, si è svolta regolarmente lungo il corso principale della cittadina. Un evento accolto positivamente dagli agnonesi e da quanti sono arrivati da fuori città. Ben distanti le migliaia di presenze registrate nelle precedenti occasioni, tuttavia gli organizzatori si ritengono soddisfatti, in particolare per il messaggio di speranza lanciato per il futuro. A tal proposito, l’anno prossimo, Covid permettendo, gli organizzatori prevedono una tre giorni dedicata ai riti del fuoco molisani e di seguito nazionali. Intanto nella serata di ieri i portatori delle cinque contrade sono tornati a regalare emozioni forti.
A chiudere il corteo le 22 ndocce (circa 2 quintali) portate a spalle da Mario Di Ciocco applaudito dalle due ali di folla. Imponente il servizio d’ordine messo in campo dal capitano dei Carabinieri, Carlo Alberto Evangelista che al pari degli uomini della Polizia, Vigili del fuoco e volontari ha assicurato che tutto si svolgesse senza intoppi.
La serata inoltre è stata caratterizzata dalla 61esima edizione della Natività organizzata dal Cenacolo Culturale ‘Camillo Carlomagno’ e dalle ‘4C’. La rappresentazione, che da sempre si distingue dalle altre per i temi di forte attualità trattati, ha avuto come titolo: ‘La Natività ai tempi del Covid-19’. L’evento si è svolto per la prima volta nel rione Majella dove in una altalena di emozioni si sono susseguite le testimonianze di categorie impegnate in prima persona nella lotta contro la pandemia (medici, infermieri, operatori socio – sanitari, volontari) ma anche di chi come insegnanti, partite Iva e professionisti hanno assicurato al Paese di andare avanti durante l’emergenza sanitaria. Nelle vesti di Gesù Bambino il piccolo Francesco Tobia Petta venuto alla luce in piena pandemia.
Uno sforzo non indifferente quello messo in piedi dai soliti impareggiabili Giuseppe De Martino, Giorgio Marcovecchio, Paola Patriarca, Saverio La Gamba, Roberto e Trancredi Carlomagno, Oreste Palmiero, Mario Mastronardi e tanti altri volontari e giovani del posto che hanno contribuito alla buona riuscita della kermesse. Tuttavia l’iniziativa nata a fine anni ’50, senza un radicale cambio generazionale, rischia di chiudere definitivamente i battenti come annunciato da Giorgio Marcovecchio, storico autore dei testi. Per evitare ciò l’appello è alle nuove leve, istituzioni e sponsor affinché possano avvicinarsi concretamente ad un evento che sei decenni caratterizza la Vigilia di Natale.