Il fatto di cronaca verificatosi a Schiavi di Abruzzo, dove la burocrazia ha prevalso sul buonsenso e sulla necessità di prestare cure mediche nel minor tempo possibile ad un paziente di cento anni, ha avuto vasta eco sulla stampa abruzzese. E della vicenda, lanciata dal nostro giornale on line, si è occupata anche l’onorevole Maria Amato del Pd, che oltre ad essere parlamentare è anche e soprattutto un medico.
Quello che segue è il suo commento alla notizia.
«Prendo spunto dalla dolorosa notizia della morte di un anziano signore abitante in una frazione di Schiavi d’Abruzzo, per il cui malore improvviso i familiari hanno richiesto l’intervento del 118. L’ambulanza arriva da Castiglione Messer Marino: è un mezzo senza medico a bordo, questa infatti è la tipologia di postazione mobile assegnata a questo territorio. La logica della tempestività del soccorso vorrebbe il trasferimento nell’Ospedale piu’ vicino che pero’ è fuori regione, Agnone (IS) a venti minuti. Ma, nell’epoca della medicina transfrontaliera, le regole della mobilità passiva non consentono dalle nostre parti di fare quello che la tempestività di intervento e il buon senso imporrebbero: secondo le regole il paziente deve andare a Vasto 60 km, disagio di strade dissestate, tempi più lunghi. I familiari optano per il trasferimento ad Agnone con mezzo proprio. Essere in un territorio di confine e in una area di montagna vuol dire anche questo. Che senso ha? Dov’è l’impedimento a ragionare con la regione Molise? Che logica di pianificazione c’è nel depotenziamento o nella riconversione degli Ospedali di Gissi, di Agnone, di Vasto e di Terrmoli? Che cosa impedisce la sinergia tra due Regioni confinanti per rispondere ai problemi di salute della gente? La ingiustizia, la mancanza di equità, la sensazione di essere abbandonati dallo stato aggiunge rabbia al dolore. E’ urgente che la Regione, responsabile della governance in tema di emergenza-urgenza, dia delle risposte al sud dell’Abruzzo e alle aree interne. E’ urgente che la ASL di Chieti si occupi della salute anche di questa parte della provincia. Dalle nostre parti la soddisfazione espressa dal Presidente della Regione sui conti risanati dalla sanità ha il suono sinistro del bilancio sanato sulla nostra pelle, con i tagli sulla medicina territoriale ed ospedaliera, con i confini invalicabili, ed i sindaci inascoltati e lasciati soli. Una sanità che è uguale alle nostre strade: dissestata e pericolosa. I pazienti non possono aspettare i tempi lunghi delle pianificazioni e della burocrazia: nel frattempo muoiono».