«Questa volta sono stati gli ambiti territoriali di caccia teramani a sospendere la preapertura venatoria e non il TAR, come è consuetudine in Abruzzo; e questo per favorire i ripopolamenti di selvaggina pronta-caccia».
Inizia così la nota congiunta inviata dalle associazioni venatorie Liberacaccia Teramo e Arci Caccia Teramo.
«Ci chiediamo che tipo di programmazione si faccia in questi enti, che sperperano denaro con simili interventi eticamente inaccettabili e sicuramente antieconomici. Inoltre, si dà il contentino ai cinofili, consentendo l’addestramento cani sotto forma di censimento. Cinofili spinti dalla voglia di allenare i propri ausiliari, ma allo stesso tempo consapevoli che la loro attività contribuisce a stressare ulteriormente la selvaggina» continuano le due sigle venatorie.
«In tutto questo, ci domandiamo se la Regione abbia ancora un ruolo nella gestione dell’attività venatoria oppure sia semplicemente asservita ai voleri di qualcuno. Ci chiediamo se l’Assessore Imprudente limiti i suoi interventi sulla caccia al solo eliminare le rappresentanze negli ATC a favore di un’unica associazione venatoria, contrastando pluralismo e democrazia».
«In un futuro, forse, ci verranno date delle risposte, nel frattempo, ci avviciniamo al primo ottobre e auguriamo a tutti i seguaci di Diana di vivere la propria passione consapevolmente, nel rispetto delle norme e dell’ambiente, prestando molta attenzione a dare una immagine positiva alla società» chiudono Liberacaccia e Arci Caccia Teramo.