Prima notte in assetto “India”, primo codice rosso in Alto Molise. Neanche il tempo di demedicalizzare l’ambulanza dell’ospedale di area disagiata di Agnone, una sorta di contraddizione in termini e di logica, che la macchina dell’emergenza urgenza disegnata a tavolino dall’Asrem è dovuta entrare in azione. Un uomo sulla settantina di Agnone si è recato presso quel che resta del Pronto soccorso dell’ospedale di Agnone, nel corso della notte a cavallo tra lunedì e martedì, riferendo un persistente dolore toracico.
Il personale ha reputato necessario il ricovero, o comunque una visita medica approfondita, presso una struttura dotata di Cardiologia e ha quindi richiesto l’attivazione dell’ambulanza medicalizzata che è partita da Trivento. Perché essendo l’equipaggio di Agnone in assetto “India”, infermiere e autista soccorritore, ma senza medico, non è stato possibile procedere immediatamente al trasferimento del paziente. Il mezzo di soccorso, partito a sirene spiegate come da protocollo dal poliambulatorio di Trivento alla volta dell’Alto Molise, ha impiegato più di quaranta minuti per raggiungere l’ospedale di Agnone. Nessun ritardo o imperizia dell’autista, ma il normale di tempo di percorrenza da Trivento, fondovalle Trigno, fondovalle Verrino, fino ad Agnone.
Giunto sul posto, l’equipaggio triventino ha preso in carico il paziente, lo ha stabilizzato e trasferito presso l’ospedale di Isernia, dove realisticamente è arrivato dopo un’altra quarantina abbondante di minuti. Non serve avere le competenze di un top manager dell’Asrem per fare due conti aritmetici e capire che, in termini di minuti, si è ben al di fuori della famosa “golden hour“.
Per i non addetti ai lavori, “golden hour” è un termine utilizzato nei protocolli di emergenza-urgenza per indicare che una persona ferita o malata deve ricevere un trattamento sanitario salvavita entro sessanta minuti dal momento dell’infortunio o dalla comparsa dei sintomi. In sintesi, una risposta sanitaria tempestiva, al di sotto dell’ora appunto, può rappresentare la differenza tra la vita o la morte per il paziente, ma questa elementare norma viene disattesa per cause di forza maggiore, i tempi di percorrenza appunto tra Trivento, dove l’ambulanza è ancora medicalizzata, e quel che resta dell’ospedale di Agnone.
È una vergogna,