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  • Emergenza urgenza notturna in Alto Molise: il paziente dovrà attendere l’ambulanza medicalizzata da Trivento

    Siamo alle comiche. Il “Caracciolo” di Agnone, pomposamente e ipocritamente definito ospedale di area particolarmente disagiata, perde anche il medico a bordo dell’ambulanza 118, nel turno di notte, di stanza presso quello che dovrebbe essere un Pronto soccorso. Ma siccome la realtà sanitaria molisana supera di gran lunga il ridicolo e la fantasia, in caso di emergenza urgenza nel corso della notte, il povero paziente di Agnone o di un altro centro dell’Alto Molise, dovrà attendere l’arrivo di una ambulanza medicalizzata addirittura da Trivento.

    Quindi un ospedale di area disagiata dovrà aspettare l’arrivo di un medico da Trivento, dove c’è un poliambulatorio con postazione 118. Se tutto va bene, in condizioni ottimali parliamo di 34 minuti di percorrenza, pari a circa 37,8 km, passando per la Fondo Valle Verrino e la Trignina. Questo solo per arrivare ad Agnone. Poi ci vorrà altrettanto tempo, ma anche di più, per caricare il paziente, stabilizzarlo e trasferirlo a Isernia o a Campobasso. Siamo abbondantemente al di fuori dei tempi massimi di intervento previsti per l’emergenza urgenza, ma questo “dettaglio” dal quale dipende la vita delle persone pare interessi solo noi cronisti.

    Il “caso”, che più che giornalistico è da reparto di psichiatria, ha spinto il sindaco Daniele Saia a rilasciare le seguenti dichiarazioni: «Subito dopo la diffusione del comunicato Asrem relativo alla demedicalizzazione del 118 di Agnone nelle ore notturne a partire da aprile, l’amministrazione comunale ha aperto un confronto con i vertici di via Petrella per trovare una soluzione al problema. Problema scatenato dalla cronica carenza di personale che attanaglia il sistema sanitario nazionale, quello regionale e soprattutto il Pronto Soccorso del nostro ospedale di area disagiata. Insieme ai medici e a diversi esponenti politici locali ci siamo attivati per difendere un servizio importante per la nostra comunità».

    «In un territorio montano come il nostro – continua Saia – la presenza di uno specialista sull’ambulanza garantisce maggiore sicurezza per i pazienti in caso di necessità di trasferimento in altra struttura per patologie gravi. Dopo una prima fase interlocutoria è stata concordata una soluzione tampone: per emergenze durante la notte arriverà un’ambulanza da Trivento con medico a bordo. Ora l’obiettivo è quello di lavorare con unità d’intenti per arginare il problema della carenza di personale sanitario nella nostra regione».

    Probabilmente occorre urgentemente rimettere mano alla legge Basaglia.

    Francesco Bottone

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