Una lettera aperta, indirizzata a Papa Francesco, elaborata nel corso di un’assemblea tenuta a Trivento (CB) lunedì 23 dicembre da fedeli che «si rivolgono al Pontefice per chiedere la nomina del nuovo vescovo della diocesi». Un tempo di queste incombenze si occupava direttamente lo Spirito Santo, ma anche la terza persona della Trinità è stata messa da parte dai gruppi WhatsApp dei fedeli che pretendono di dettare legge all’interno dei sacri palazzi del Vaticano o addirittura nella testa del Pontefice regnante, come se fosse possibile governare la Chiesa universale alla stregua di una sorta di assemblea di condominio.
Di seguito il testo della lettera aperta:
Santità, gli estensori e firmatari della presente lettera sono tutti cristiani della diocesi di Trivento (CB) che, appartenente alla regione ecclesiastica Abruzzo-Molise, è costituita da ben 58 parrocchie raggruppate nelle 4 foranie di Trivento, Agnone, Carovilli e Frosolone, estese su 1.234 km² e poste tutte nelle aree interne delle province di Campobasso, Isernia e Chieti. Diverse le ipotesi sulla sua origine che risalirebbe per alcuni al I mentre per altri al IV o al X secolo.
Con una genesi comunque molto antica ha avuto per le popolazioni di un territorio interno assai colpito dalla disoccupazione e dallo spopolamento un ruolo di grande spessore non solo sul piano ecclesiale e quindi spirituale, ma anche su quello sociale quando i fedeli erano colpiti duramente dalla miseria e dal fenomeno dell’emigrazione che talora isolava i membri delle famiglie quando addirittura non li separava definitivamente.
I vescovi e il clero, nell’assenza di un’efficiente classe dirigente, rappresentavano l’unico sostegno per cittadini che vivevano indigenza e abbandono.
Oggi, Santità, tali problemi esistenziali si ripropongono con la mancanza di lavoro che sta portando tantissimi giovani a emigrare.
Gli uffici diocesani e anche molte parrocchie riescono a coinvolgere i credenti in pregevoli attività di carattere spirituale, culturale, ma soprattutto a vivere la carità come condivisione e amore concreto per il prossimo.
In questa diocesi c’è una Caritas molto attiva che si fa promotrice anche di ricerca e attività culturale.
È stata la prima in Italia a fondare una Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico intitolata a Paolo Borsellino e ha due centri di ascolto a Trivento e Agnone che lavorano assiduamente per venire incontro alle esigenze di tanta parte della popolazione che vive in condizioni di gravi necessità economiche.
È l’unica diocesi in Italia che sta portando avanti il Progetto Culturale CEI che favorisce il dialogo con la società civile, le altre confessioni religiose, il mondo della cultura e della politica, ponte tra la Chiesa e gli altri mondi.
Da anni con i vescovi Antonio Santucci, Domenico Scotti e Claudio Palumbo è nata e sta crescendo una Scuola di Teologia per laici con lo scopo di avvicinare sempre più la popolazione alla Parola di Dio, ma si è lavorato anche con fermezza per difendere i tanti diritti negati a quanti vivono sul territorio della diocesi e sono ormai privi di servizi essenziali erogati il più delle volte in maniera molto approssimata a partire dalla sanità fino alla scuola, alle infrastrutture o ai trasporti.
Una Commissione Sinodale si è impegnata con responsabilità sul Sinodo della Chiesa da Lei voluto e sta lavorando al Cammino Sinodale della Chiesa italiana coinvolgendo per quanto possibile il laicato tutto della diocesi.
Ogni comunità, anche piccola, oggi conserva il suo presbitero o parroco e la Chiesa continua ad essere un punto di riferimento essenziale per tutti.
La sua nomina di Mons. Claudio Palumbo, attuale titolare della diocesi di Trivento (CB), a vescovo della sede di Termoli-Larino, senza quella contestuale del nuovo vescovo di Trivento, sta facendo insorgere tra i fedeli il timore che la nostra Chiesa locale possa diventare vacante.
Auspichiamo una continuità per non disperdere irreparabilmente i tanti germi di spiritualità, di attenzione agli ultimi e ai poveri, di promozione sociale e umana, di sostegno a una popolazione sperduta e abbandonata dalle istituzioni, nonché di bontà tutti oggi presenti in questa realtà ecclesiale periferia delle periferie.
Il territorio delle aree interne su cui insiste la diocesi di Trivento ha ancora solo limitate figure di riferimento per la difesa di una qualità decente di vita per i propri abitanti che sono attualmente solo il vescovo, i parroci e gli amministratori locali.
È per tale ragione che quanti come noi abitano in una delle comunità parrocchiali della diocesi chiedono che la stessa continui la sua esistenza plurisecolare avendo il suo vescovo come guida e coordinatore della vita ecclesiale, culturale e umana di una popolazione che in questo momento vive una situazione esistenziale davvero difficilissima.
Siamo certi, Santità, che Ella vorrà accogliere la nostra richiesta e ci rendiamo ovviamente disponibili a incontrarla in qualsiasi momento vorrà convocarci per illustrarle eventualmente in maniera più articolata le esigenze dei fedeli.
Se la Chiesa dev’essere sempre vicina agli ultimi, auspichiamo che anche in questa circostanza rimanga con amore accanto a una popolazione che in questo momento non può fare a meno della sua guida in parrocchie disseminate su un territorio montano dove le infrastrutture e i sistemi di comunicazione stradali e telematici hanno ancora grandi difficoltà.
Non la tediamo oltre, Santità.
Le chiediamo tote corde e per il bene della Chiesa come dei suoi fedeli di mantenere la nostra diocesi con un suo vescovo in grado di essere vicino ai bisogni della popolazione.
Con deferenti ossequi.
Trivento 23 dicembre 2024
Il documento, già sottoscritto dalle cinquanta persone presenti all’incontro di Trivento, può essere ancora firmato insieme al numero del documento d’identità entro il 29 dicembre contattando su Whatsapp Nella Putaturo, don Francesco Martino, Umberto Berardo o il gruppo Nomina nuovo vescovo.