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  • Libertà di stampa, l’Italia slitta di tre posizioni e sprofonda al 49esimo posto a livello mondiale

    (ANSA) – PARIGI, 02 MAG – L’Italia slitta di tre punti, dal 46/o posto del 2024 al 49/o posto del 2025 nella classifica della libertà di stampa stilata ogni anno da Reporters sans Frontières (Rsf). La libertà di stampa in Italia, scrive l’Ong nella scheda consacrata al nostro Paese pubblicata sul suo sito web, «continua a venire minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare, nel sud del Paese, come anche da diversi gruppuscoli estremisti che esercitano violenze. I giornalisti – prosegue Rsf – si lamentano anche di un tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una legge bavaglio che si aggiunge alle procedure bavaglio (Slapp) frequenti nel Paese».

    «I professionisti dei media – scrive Rsf nella scheda dedicata all’Italia- cedono talvolta all’autocensura, sia a causa della linea editoriale della loro testata o dal timore di eventuali azioni legali o denunce per diffamazione. Questo – avverte l’Ong – rischia di venire aggravato per i giornalisti del settore polizia e giustizia dalla legge bavaglio, approvata dalla maggioranza della premier, Giorgia Meloni, che vieta la pubblicazione di un’ordinanza di detenzione provvisoria fino all’udienza preliminare».

    «I sindacati denunciano anche l’ingerenza politica crescente nei media pubblici», puntualizza Rsf, secondo cui «una certa paralisi legislativa ostacola l’adozione di diversi progetti di legge proposti per tutelare, se non migliorare, il libero esercizio della professione giornalistica. Questa situazione – prosegue l’associazione nel rapporto 2025 che pone l’Italia al 49/o posto (su 180 Paesi) nella classifica mondiale
    della libertà di stampa – spiega in parte i limiti riscontrati da alcuni giornalisti nel loro lavoro».

    Inoltre, sottolinea Rsf, «l’annunciata acquisizione di una delle principali agenzia di stampa italiane, Agenzia Giornalistica Italiana, dal deputato di maggioranza e proprietario di diversi grandi giornali italiani,
    Antonio Angelucci, evidenzia la minaccia di concentrazione dei media e di conflitto d’interesse».

    «Una crescente precarietà mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la propria autonomia», avverte ancora Rsf, evocando, tra l’altro, la «polarizzazione della società» e «attacchi verbali e
    fisici» nonché le «minacce sistematiche» ai reporter che indagano sul «crimine organizzato, le questioni di corruzione e le mafie». Una ventina di giornalisti vivono oggi sotto scorta permanente in seguito ad «intimidazioni o aggressioni», conclude l’Ong. (ANSA).

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