Il Consiglio di Stato, con sentenza 2495/15 del 18/5/15, ha accolto l’appello proposto dalla Regione Abruzzo sul caso Forest Oil. La causa aveva per oggetto un provvedimento negativo pronunciato dal Comitato VIA nel febbraio del 2009 sul progetto, presentato dalla società americana, di perforazione e messa in produzione di ulteriori tre pozzi e una centrale di raccolta e trattamento gas estratto, oltre alla costruzione di un metanodotto di allacciamento alla rete SNAM, nel Comune di Bomba. Il parere del Comitato Via era stato impugnato dalla ditta proponente, che si era rivolta ai giudici del TAR (Tribunale amministrativo regionale), ottenendo l’accoglimento del ricorso. Un esito che ha determinato la decisione da parte dell’amministrazione regionale di rivolgersi al Consiglio di Stato.
«L’accoglimento delle nostre istanze da parte del Consiglio di Stato – spiega l’assessore regionale Mario Mazzocca – sancisce la legittimità delle nostre argomentazioni e degli iter amministrativi che hanno guidato le attività degli uffici regionali. A rendere ancor più significativo il pronunciamento è la sottolineatura fatta dai giudici del “Principio di Precauzione” che ha guidato la valutazione negativa espressa del Comitato VIA. Tale principio si legava ai rischi di danni insostenibili per la collettività locale legati al fenomeno della subsidenza connessa all’estrazione del gas, soprattutto considerando l’ubicazione del giacimento, posto al di sotto del lago e della diga interna. Una collocazione che, di fronte a un eventuale crollo della diga, arrecherebbe conseguenze disastrose. Con questa sentenza, dunque, si afferma la necessità da parte degli organismi amministrativi di decidere secondo parametri e criteri di tutela, al fine di prevenire potenziali rischi per la salute pubblica e l’ambiente».