AGNONE. Sabato 28 giugno sesto appuntamento con la rassegna “Il sabato del villaggio”. Alle ore 18 presso il Caffè Letterario, infatti, sarà presentato il libro “Pensieri in fumo” dell’autore Fabio Cerroni. L’evento è organizzato dal Centro Studi Alto Molise “Luigi Gamberale”. L’introduzione sarà affidata alla professoressa Ida Cimmino.
Chi è l’autore – Fabio Cerroni nasce a Roma nel 1944. Biologo e docente universitario alla “Sapienza” di Roma è legato all’Alto Molise per matrimonio con Gianna Mancini di Poggio Sannita. Nipote del tenore Beniamino Gigli, ha da sempre coltivato la passione per la pittura, esponendo in diverse località italiane. Oltre a “Pensieri in Fumo”, ha pubblicato: “La struttura democratica della natura. ” (Roma, Aracne, 2008) presentato dal Centro Studi Alto Molise nell‘ambito di “Leggevamo quattro libri al bar” e “Zero. Inizio e fine del tempo” (Roma, UniversItalia, 2010).
Recensione del libro – Nell’ottobre del 1964 il fisico teorico inglese Peter Higgs diede una spiegazione di come le particelle elementari,create dal Big Bang, furono dotate di massa, ipotizzando l’esistenza di una particolare particella, battezzata poi con il nome di bosone di Higgs o anche Particella di Dio, in quanto dava conto dell’aspetto più appariscente della creazione: la comparsa della materia. Il 6 marzo 2013 nei laboratori del CERN a Ginevra viene confermata sperimentalmente l’esistenza di tale particella e, nell’ottobre dello stesso anno, lo scienziato inglese viene insignito del premio Nobel per la fisica. La scienza ha veramente così risolto il mistero della creazione? Certamente un grande passo in avanti verso la comprensione di come si sia potuta formare la materia è stato fatto. Ma allora Dio? Non siamo stati creati dal nulla? E il pensiero stesso, che non è materia, non è creato dall’uomo? Allora l’uomo può creare anche qualcosa di immateriale? Ma poi, che ce ne facciamo della materia, se dobbiamo abbandonarla? L’ultimo libro di Fabio Cerroni Pensieri in fumo, uscito nel dicembre 2013 per i tipi di UniversItalia editrice, è una bella e avvincente testimonianza di questo esercitare l’arte del dubbio, attraverso le simpatiche schermaglie fra il narratore laico,uomo di scienza, e don Filippo, l’amico prete che però ha sempre anteposto l’autonomia di pensiero a qualsiasi dogma. Malgrado le sue dichiarate motivazioni, il desiderio di don Filippo di bruciare la propria biblioteca si presta a molteplici interpretazioni,non ultima quella di riconoscere in fondo la caducità del nostro sapere. Qui l’ambiguità dello sdoppiamento dell’autore (già docente universitario di biologia) nei due personaggi del romanzo diventa inquietante. È veramente il prete a volere la distruzione dei libri, come atto di supremo amore, non accettando di doversene separare nemmeno dopo la sua morte, o piuttosto lo scienziato, per il quale il nostro sapere è soltanto approssimativo e temporaneo? Insomma il libro di Cerroni è una bella testimonianza di come si possa instaurare uno stimolante dialogo fra i due punti di vista della scienza laica e della religione generalmente ritenuti opposti ,mostrando come la vera cultura possa abbattere qualsiasi barriera, politica, religiosa o scientifica. Un libro dunque da leggere, perché avvincente come un romanzo, ma ricco nello stesso tempo di inviti a riflessioni su temi che ci riguardano tutti come esseri pensanti e con un finale imprevedibile come quello di un giallo.