Dopo l’albergo diffuso ora anche il profugo diffuso.
Come l’economia delle regioni del Sud cambia obiettivo: dal turismo all’accoglienza dei migranti.
«Family to family. Un nuovo modello di integrazione è possibile. Migranti, questa è la mia proposta: famiglie italiane che ospitano, volontariamente e dietro retribuzione, famiglie straniere».
Così la segretaria regionale del Pd molisano Micaela Fanelli. Una proposta che rischia seriamente di mettere in crisi il redditizio giochino delle sedicenti onlus che si occupano di accoglienza migranti per ragioni di portafoglio e non certo umanitarie.
Una sorta di business diffuso insomma. Aggiunge infatti Fanelli: «Si ridurrebbero, fino ad eliminarle, anche quelle forme distorte di guadagno che qualche soggetto pseudo imprenditoriale cerca».
Se proprio bisogna accogliere i finti profughi, la maggioranza, e quelli veri che fuggono da guerre e fame, una ristretta minoranza, allora che a guadagnarci siano le persone, i cittadini costretti a vivere accanto ai migranti e non i fondatori di cooperative e onlus create appositamente per intascare denaro pubblico.
Una idea interessante, quella di Fanelli, lo diciamo senza ironia.
Tra l’altro la segretaria Pd propone che famiglie molisane o italiane più in generale, accolgano famiglie intere di profughi. Non solo maschi adulti muscolosi dunque, ma mamme, papà e figli fuggiti dalle guerre, quelle vere. I profughi veri, non i migranti economici che affollano i centri di accoglienza di Abruzzo e Molise.
«La proposta consentirebbe anche di non smembrare i nuclei familiari in arrivo, con beneficio per i minori, vale a dire colore che sono le principali vittime delle guerre e della miseria» precisa infatti Fanelli.
Insomma, un business diffuso e una vera accoglienza e integrazione, con i bambini che crescerebbero nei piccoli comuni molisani alimentando anche le scuole e gli asili.
Con la grossa torta sottratta alle cooperative e alle finte onlus spesso gestite proprio da personaggi che orbitano attorno al centrosinistra.
Altro discorso, invece, quello che riguarda la strategia di sviluppo delle regioni meridionali: prima si puntava sulla riscoperta dei borghi e sull’albergo diffuso, oggi si punta a piazzare ovunque dei migranti, il profugo diffuso.
Certo la riconversione, se e quando questo esodo di massa cesserà, sarà difficile, ma a questo penseremo domani…
Francesco Bottone
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