CAROVILLI – «Sono totalmente d’accordo, dobbiamo rendere più uniti Castiglione e Carovilli, ma questo dipende soltanto da noi, le rivalità secolari non si cancellano facilmente occorrono sforzi comuni. In questo mi dichiaro fortemente impegnato anche io. Tuttavia nella competizione elettorale, come nello sport, uno vince e l’altro perde, quindi Antonio Conti e la sua squadra hanno vinto mentre Vincenzo Berardi e la sua squadra, me compreso, hanno perso. Tocca a chi ha perso analizzare i motivi della sconfitta ed io a questo mi sono limitato, sono laureato in statistica ed ho confrontato prima di tutto i numeri. Essendo tre le sezioni elettorali è stato facile riscontrare che la batosta l’abbiamo presa a Castiglione. Ma sottolineare questo fatto reale e incontestabile non può essere interpretato come un’offesa diretta ai Castiglionesi. Casomai è una critica a noi stessi che non abbiamo saputo interpretare i desideri e le aspirazioni di quella comunità».
Luciano Scarpitti, candidato consigliere nella lista uscita sconfitta alle elezione di Carovilli, torna sulla sua analisi del voto. Nei giorni scorsi il candidato consigliere aveva dichiarato che, alla luce dei risultati delle sezioni elettorali attivate in paese, il nuovo primo cittadino era «sindaco di Castiglione, non di Carovilli». Affermazioni da statistico, di pura analisi elettorale, che però hanno innescato delle polemiche in paese sfociate nel comune appello all’unità tra il centro e la frazione.
«Al contrario Antonio Conti, che è diventato sindaco di tutto Carovilli, è stato bravissimo, tanto che la sua vittoria l’ha saputa costruire proprio partendo dall’appoggio che gli hanno dato gli abitanti di Castiglione. – aggiunge Scarpitti nella sua analisi – Tutto questo non è offensivo per nessuno. Ricordo che nelle elezioni di 15 anni fa, quando io ero nella lista di Antonio Conti, a Castiglione perdemmo, se non ricordo male, di 12 voti ed uno gridò immediatamente “sem vingiut”, infatti al termine dello spoglio vincemmo di 9 voti e qualcuno degli sconfitti commentò con un certo disprezzo “di 9 vacche”. Ma nessuno si è particolarmente offeso. Poi, se la redazione fa un titolo in cui sintetizza che Antonio Conti è il sindaco di Castiglione perché lì ha vinto e nella altre due sezioni elettorali ha perso non prendiamocela a male, lasciamo pure qualche libertà ai giornalisti; importante è che il mio testo sia stato riportato fedelmente. Mi dispiace, inoltre, che qualcuno sia rimasto male perché ho definito gli elettori della sezione 2 di Carovilli abitanti dei quartieri di campagna. Di questo la responsabilità è tutta mia perché ho cercato una definizione che li identificasse tutti e non potevo immaginare che evocare la campagna potesse offendere qualcuno. Tra l’altro anche Vincenzo Berardi, il mio candidato sindaco, abita in quei quartieri, oltre ad altri candidati consiglieri. Perciò chiedo sentitamente scusa a chi ha pensato ad una mia offesa. Tuttavia, voglio far capire a tutti che, essendo vissuto tanti anni in città, ammiro la campagna come un luogo magico che dispensa beni fantastici. Quando vedo il prato di Fonte Curelli degradante verso i dodici ponti e poi salire e trasformarsi in montagna o il panorama di monti e campi coltivati che si ammira da Cerro Savino e sento il suono dei campanacci appesi al collo degli animali al pascolo, non posso fare a meno di fermarmi ad ammirare. E i contadini che con l’aiuto della natura realizzano simili miracoli sono per me i sacerdoti di eventi straordinari non quelli che la controcultura imposta all’Italia da una industrializzazione selvaggia descrive come individui rozzi e ignoranti. Spero di aver chiarito alcuni aspetti delicati del mio articolo e comunque resto in osservazione se altri dovessero manifestare ancora qualche perplessità».